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Jade Hairpins – Harmony Avenue

2020 - Merge Records
indie pop

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Tracklist

1. J Terrapin
2. (Don’t Break My) Devotion
3. Father Coin
4. Yesterdang
5. Post No Bill
6. Broadstairs Beach
7. Dolly Dream
8. Mary Magazine
9. Truth Like a Mirage 10. Motherman 


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Nell’enorme galassia delle side-project band, da oggi, alla lettera “J” spiccherà il nome anche dei Jade Hairpins. Ci sarà magari da sgomitare un po’, ma “Harmony Anenue”, il loro disco d’esordio, è di quelli davvero interessanti. Di quelli che pur utilizzando un linguaggio non certo nuovo, riescono comunque a farti capire che in fondo, quando le cose le si sanno fare bene, c’è sempre qualcosa da dire anche quando la cifra stilista usata è ampiamente consolidata.

Ma facciamo un passo indietro….Side-project band, dicevamo. Jonah Falco e Mike Haliechuck, rispettivamente batteria e chitarra dei Fucked Up, band canadese attiva già dal 2001, hanno dato alla luce un nuovo progetto musicale decisamente ispirato. Preceduto dal singolo d’esordio J Terrapin, corredato anche di video, “Harmony Avenue” è un disco di indie pop che strizza vigorosamente l’occhio a sonorità tipiche di quell’intellighenzia avanguardistica anni 70/80 che tanto care furono a band del calibro di Talking Heads e Devo. Ascoltare Post No Bill per verificare!

I riferimenti che anche gli stessi componenti la band amano citare sono New Order, Scritti Politti, Orange Juices, Ian Dury e…beh ci siamo capiti. C’è tutto questo, senza dubbio, ma è quando ascolti un pezzo come (Don’t Break My) Devotion, traccia numero 2, nei cui 4 minuti scarsi riesce a riportarti alla memoria sia il riff di chitarra di God Part II degli U2 che tutta l’elettronica di artisti come Goldfrapp, che inizi a realizzare di stare ascoltando un disco ricco di un numero cospicuo di spunti degni di nota. Ma ovviamente non finisce qui.

Non contenti del mix 80-90-00 appena ascoltato, si passa come se nulla fosse a Father Coin, dove i pantaloni leggermente iniziano a scampananarsi per far posto a sonorità decisamente più sixtees. Yesterdang, Broadstairs Beach e Dolly Dream provvedono a riportare la lancetta dell’orologio temporale su decadi più recenti, fatte di spensieratezze più contenute e dalla vista decisamente meno offuscata. E anche qui ci siamo capiti!

Mary Magazine azzera di nuovo tutto, invitandoci a salire in sella a una bella lambretta corredata da specchietti retrovisori vistosissimi per una bella scampagnata in stile “Mod”! I due minuti scarsi di Truth Like a Mirage ci dimostrano come in questo disco possano trovare posto anche i richiami alla musica di Beck. Il gran finale è riservato ai 7 minuti di Motherman, forse il pezzo migliore dell’intero album. Una cavalcata lisergico-pop solare, divertente, chiassosa e ridondante di suoni. New Wave anni 80 e Brit Pop anni 90 si inseguono per tutto il disco, prendendosi, toccandosi, scivolando uno sull’altro e riacciuffandosi ogni volta in un equilibrio perfetto.

La verità, quella vera, concreta, è che “Harmony Avenue” è uno di quei dischi che non dovrebbero proprio essere ne descritti e ne analizzati, ma semplicemente ascoltati. Quindi adesso datemi retta, smettete di fare quello che state facendo, fate le scale di corsa, salite in macchina,…meglio se una bella Mini vintage d’annata con l’Union Jack serigrafato sul tettuccio, mettete in moto e partite! Premete il buon vecchio “play” sullo smart, sul lettore cd o su qualunque altra cosa tecnologica sia stata inventata in questi ultimi mesi e godetevi i paesaggi colorati che questo disco vi renderà ancor più accesi e piacevoli.

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