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Sabotaggio a regola d’arte: la sovversiva forza di “Ill Communication”

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Le cuffie non funzionano bene, ma sono troppo curioso! Ok, non resisto. Faccio partire il video. Inizia benissimo! mi ricorda i miei adorati polizieschi americani, è un trailer? Cerco il titolo del film, sembriamo essere nel pieno degli anni settan.. ehm no, aspetta. Ma cos’è? Ma come sono conciati! Eppure la regia è più che credibile. Smanetto il jack delle cuffie. Funzionano. Nel frattempo la mia linea internet lentissima mi dà i risultati di ricerca e.. i BEASTIE BOYS?!

Ecco, li conobbi così circa 12 anni fa, quei sovversivi new yorkesi, e fu proprio il video di Sabotage – diretto da Spike Jonze, tra l’altro – a folgorarmi.

Siamo nel 1994 ed i Beastie Boys escono con il loro quarto album: “Ill Communication“. Fedeli alla linea, i loro brani continuano ad essere un perfetto mix di sample e strumenti suonati e, in questo processo creativo non indifferente, la figura di Mario C. rappresenta ancora una volta una caratteristica imprescindibile del loro sound.

Moms Mabley, Run DMC, Jeremy Steig, Stanley Clarke e davvero tanti altri ad essere campionati… persino un spot pubblicitario! “That’s Impossible!” direte, ma in realtà un cane dice “I Love You”, almeno secondo un paffutello signore in uno spot di Little Caesars – una famosa catena di pizzerie statunitense – del 1993, ed è così che inizia il disco: questa è Sure Shot!

In tanti si sono sbracciati per categorizzare in generi la musica dei Beastie Boys, ma basta ascoltare questo disco per comprendere quanto sarebbe inutile e riduttivo (non sarebbe di certo il primo caso nella storia della musica). Il panorama di “Ill Communication” è più che vario: il punk aggressivo di Tough Guy, il funk 70’s di Root Down, le rime black di Q-Tip in Get It Together, il groove di contrabbasso in B-Boys Makin’ With The Freak Freak. Continuerei, ma.. l’avete capito che non c’era mica paura di far qualcosa di strano, vero?

Certo, a questo punto si potrebbe ipotizzare che l’estrema eterogeneità estetica dei brani potrebbe snaturare l’idea tradizionale di disco; ma è proprio questa la magia del crossover (sì, forse è l’unico modo di esprimere la filosofia stilistica della musica dei Beastie Boys e di altri): infrangere i confini di ogni cliché stilistico per approdare in sonorità nuove, senza alcuna apparente spinta pionieristica.

Per gli amanti della cultura hip hop non sarà una novità, ma la matrice comune di quasi tutte le tracce di questa produzione discografica è il legame molto stretto ai sample funk di basso e batteria ed inevitabilmente anche le parti suonate ne sono influenzate, nonostante molto più vicine al rock crudo ed acido – non difficile da immaginare, date le origini hardcore punk del trio newyorkese.

Che sia la batteria irruenta di Mike D ed il basso distorto di MCA in Sabotage o i sample di Get It Together, estratti da Four Play di Fred Wesley & The Horny Horns e Aquarius / Let the Sunshine In dei The Moog Machine, quasi ogni brano è imbevuto dal time feel del funk. Ma cosa rende tutto così paradossalmente unico e compatto? Un elemento estremamente ovvio in altre formazioni, ma non in un così ampio panorama sonoro. Beh, non lo intuite? Sono quei meravigliosi cantati sguaiati di Ad-Rock a rendere perfettamente equilibrata ogni eccezione alla regola, il collante perfetto!

Ma i fondamentali non si dimenticano mai. Come in tantissime produzioni hip hop, anche qui troviamo degli strumentali che incarnano in pieno lo spirito della musica dei Beastie Boys. Impossibile non citare le atmosfere hendrixiane di Bobo On The Corner, le sonorità afro funk di Sabrosa e la malinconia di Ricky’s Theme.

Dettagli ed altre curiosità? Quanti ne volete, ma credo che adesso sia il vostro turno. Accendete il vostro stereo, aprite la copertina, prendete il disco e… lasciatevi ispirare dalla sovversiva forza di “Ill Communication“. 


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