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“Melody Of Certain Damaged Lemons”: il carillon alternativo degli anni Zero

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Non ricordo come abbia conosciuto i Blonde Redhead, a dire il vero non ricordo come ho conosciuto la maggior parte dei gruppi che ascolto adesso. I Metallica sì li ricordo, sono stati il mio primo gruppo ed il primo gruppo non si scorda mai. Poi gli AC/DC, i Guns ‘n’ Roses, gli Aerosmith, tutti i vari classici che vengono da sé una volta che ti immergi nel rock e vorrei che mi apriste in due per capire quanto io odi sto termine, troppo banale. I gruppi citati non li odio e mi piacciono ancora sia chiaro anzi, con loro è nata la mia più grande passione, che la rivoluzione digitale mi ha aiutato a quantificare.

Una delle note piattaforme musicali mi permette di tenere tutto sotto controllo e di contare le volte che ho riprodotto una canzone dalla mia collezione. In testa c’è For The Damaged Coda dei Blonde Redhead e vorrei tanto sapere come cazzo sia diventata la canzone più ascoltata della mia finora life e come abbia conosciuto il gruppo.

Attimo fugace comunque, che dura solo pochi istanti dopo aver visto la “classifica”. Bipolarismo? Non credo, la curiosità c’è e tanta ma subito dopo sul mio volto affiora un sorrisone pensando a quanto i Blonde Redhead rispecchino uno degli aggettivi che più mi piace affiancare alla musica: spontanei. Come ha fatto For The Damaged Coda ad arrivare in cima? Spontaneamente e cazzo se sta cosa mi piace.

Uscito il 6 Giugno del 2000 “Melody of Certain Damaged Lemons” è il quinto lavoro dei biondi con i capelli rossi, punto di svolta della loro carriera artistica. I primi album sono segnati da un noise-rock crudo, stile primi Sonic Youth, il che ha comportato qualche critica ma soprattutto il non simpatico timbro di epigoni dei Sonic. Critiche che lasciano il tempo che trovano poiché 1) non è semplice riprendere la lezione dei primi Sonic Youth, gruppo completamente diverso da quello che sarà dopo, 2) se il mio gruppo dovrebbe essere definito come revival dei (primi) Sonic Youth non potrei che esserne felice 3) non sono gli unici, 4 e poi basta) potremmo anche dire che i primi Sonic Youth siano degli epigoni dei Teenage Jesus and The Jerks (piccola nota, il nome Blonde Redhead è stato preso da una canzone dei DNA, cugini dei Teenage). Chiarito quest’aspetto, le melodie di alcuni limoni danneggiati rappresentano un discostamento dalle sonorità noise. Se i precedenti lavori erano comunque un “addolcimento”, quest’album rappresenta un addolcimento dell’addolcimento, un riassunto dell’alternative degli anni ‘80 e ‘90 per dare il benvenuto al nuovo millennio.

Dei Sonic Youth è rimasta solo una canzone, forse, poi ascoltare l’intero album è come aprire un dolce carillon, con una melodia continua di sottofondo che sembra si sussegua lungo tutti i brani. Magari potevano essere un’unica traccia. I suoni ruvidi sono stati trasformati e resi carini da quel dolce suono tipico di una scatola armonica che si apre con Equally Damaged, intro di 40 secondi, per lasciare spazio alla prima vera traccia, In Particular. La scatola è aperta definitivamente e troviamo Kazu Makino a sporgersi da essa con la sua voce stridula a contrastare la dolce melodia della canzone. Melody Of Certain Three è l’esempio migliore di come l’alternative qui è stato reso mansueto. I tipici graffi delle schitarrate sono diventati mansueti e placati ancora di più dal ritornello. Il prosieguo del carillon è questo, l’avvicendarsi della voce quasi ingenua ed infantile di Kazu è quella più adulta e a tratti melanconica di Amedeo Pace, creando un contrasto davvero alternativo. Basta, non vogliamo più essere l’ombra dei Sonic Youth, siamo in grado anche noi di proporre qualcosa. E riusciamo a farlo mantenendo un filo conduttore tra due parti davvero diverse tra loro.

Esageriamo, aggiungiamo Chopin al tutto. Ebbene sì, For The Damaged Coda si basa su uno dei Notturni del musicista polacco. E si sposa al meglio con il sospiro di Kazu ed il tutto si sposa al meglio con l’intera proposta dei nostri amici biondi dai capelli rossi. Non è nulla di elaborato, nulla di complicato. Semplice ed essenziale. Sarà per questo che è la canzone più ascoltata della mia collezione? Forse, mi piacciono tanto le rappresentazioni, For The Damaged Coda ne è una perfetta. Semplice, come tutto il resto della melodia.

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