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Marco Giudici – Stupide Cose Di Enorme Importanza

2020 - 42 Records
indie pop / jazz

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Tracklist

1. Per chi dorme
2. Spremuta d'arancia
3. Risaie amare
4. A volte io mi sento solo
5. Nei giorni così
6. Forse è un grazie
7. Alla fine è passato un amico
8. Pallonata con fotografia
9. Stupide cose di enorme importanza


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Stupide cose di enorme importanza” uscito il 17 Aprile per la 42 Records è è una mappa delle emozioni comuni a quelle anime tenute in scacco da sè stesse. E così appare anche quella di Marco Giudici, milanese classe ’91 come la circolare sinistra della sua città, sulla quale si viaggia durante una di quelle notti scolorite care alla metropoli ascoltando questo disco, il primo di cui l’artista finalmente dichiara la paternità dopo anni di pseudonimi. Verrebbe da chiedersi se questo non sia il riflesso di un intimo percorso che ha portato Marco ad accettarsi nel chiasso di quelle parole ingoiate annodate alla gola, tra gabbie di carne ed architettura condominiale.

Già bassista di Any Other, Giudici non è nuovo alla scena, oltre alle innumerevoli collaborazioni con Colapesce, Tobjah, Rares e Generic Animal, nel 2017 aveva pubblicato “Malamocco” firmandosi Halfalib, per qualcuno non più di un pretestuoso gioco intellettivo lasciato in forse. In “Stupide cose di enorme importanza” mantiene una sua linea narrativa abbandonandosi a melanconiche armonie nu jazz, respira i fumi della periferia e ne imbeve l’atmosfera urban, filo conduttore di tutte le nove tracce presenti nell’album.

Nei testi il corpo assorbe gli urti di un’anima incapace di modellarsi alle diverse geometrie del mondo che le sta al di fuori. Un processo di adattamento dal quale l’io sembra non poter uscire se non frammentato, rendendo difficile per l’artista identificarsi in sè stesso. Il sonno dell’identità disturbato da un cane che abbaia stentando anch’esso a riconoscere il padrone. L’unione dei punti può avvenire solo dopo un’intima sfida contro il proprio subconscio, bisogna camminare sull’acqua rischiando di scivolare, lanciare sassi tra le onde per carpire la profondità dell’abisso e scivolarci dentro soli.

Interessante l’impronta psichedelica, quasi il sintomo di quell’impulso alla dissociazione, naturale conseguenza della fatica compiuta nell’abitare il proprio corpo. Seguendo il ritmo la città non si ferma né i pensieri con essa, così la frenesia della mente si contrappone all’automatismo dello stendere i panni e si riesce a pedalare lontano anche senza bici. Una fuga astratta, un allontanamento obbligato da parte di chi teme il distacco al punto di anticiparne i tempi. Meglio sopportare un naso rotto dalle conseguenze di una scelta consapevole (quella di non dire mai “resta”), piuttosto che trascinare in due una valigia troppo pesante; del resto è già successo di abbassare la guardia e tutto quello che ne rimane è una Pallonata con fotografia.

Insomma, “Stupide cose di enorme importanza” già dal titolo esprime il divario caratteristico di quei dischi che con immagini semplici compongono scenari dalla evidente, profonda umanità. Sottolineando quanto il bisogno di socialità si scontri dolorosamente con la paura dell’abbandono e mettendo in luce il duplice ruolo dell’altro (Forse è un grazie) Marco Giudici usa la sua musica per raccontarci una verità universale, apparentemente scontata e ci regala un disco utile, un disco per riabilitarci.

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