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Honey Boy, di Alma Har’el

Honey Boy

Scheda

USA, 2019
Drammatico – Durata: 93’
Titolo originale: id.
Regia: Alma Har'el
Soggetto: Shia LeBeouf
Sceneggiatura: Shia LeBeouf
Fotografia: Natasha Braier
Montaggio: Dominic LaPerrier, Monica Salazar
Scenografia: Jc Molina  
Costumi: Natalie O’Brien
Musiche: Alex Somers
Suono: Brent Kiser
Cast: Shia LeBeouf, Lucas Hedges, Noah Jupe, Clifton Collins, FKA Twigs, Laura San Giacomo, Maika Monroe, Natasha Lyonne, Martin Starr  
Uscita: 20 ottobre 2019 (Festa del Cinema di Roma)
Distribuzione: Adler Enterteinment    


Otis Lort, stella dodicenne di una sitcom per ragazzi, vive assieme a suo padre James in un motel alla periferia di Los Angeles. James è un ex veterano del Vietnam, disintossicatosi da poco e che impartisce al figlio lezioni di vita basate sul sopruso. Una volta cresciuto Otis diventa una persona problematica al centro di numerose risse e vittima di un incidente stradale causato dall’alcool, per questo verrà mandato in terapia dove per motivi medici gli viene ordinato di scrivere e descrivere il legame che lo univa al padre.

Shia LeBeouf, promessa ormai ultra trentenne del cinema d’oltreoceano, adatta i propri ricordi d’infanzia da bambino prodigio del canale Disney Chanel, cercando di spiegarci le ragioni delle sue ripetute ricadute adulte nel mondo della violenza e nell’abuso di sostanze alcooliche, donando un soggetto intimo e frutto di mesi di terapia riabilitativa alla regista Israelo-americana Alma Har’el alla quale pone come unica condizione, per poter narrare la storia di Otis e James, che fosse lui a impersonare il ruolo di James, alter ego di suo padre, clown da rodeo, veterano del Vietnam, dedito a stupefacenti e a suo modo innamorato del figlio Otis, stella dodicenne per la tv dei ragazzi e ormai in rampa di lancio per una fulgida carriera.

Nel viso di James, un LeBoeuf alla sua miglior prova intimista, c’è sempre un misto di falsità mista a odio e amore, nei confronti di un figlio che ha avuto più successo di lui e che per questo si può permettere di pagarlo per accompagnarlo sul set. Un figlio al quale, con freddo cinismo, sottopone schiaffi, offese e intimidazioni psicologiche come senso di rivalsa. Dall’altro lato Noah Jupe riesce a non farsi schiacciare da una prestazione tanto efficace riuscendo a cancellare quasi del tutto la pur ottima prova di Lucas Hedges (altra ottima prova per il protagonista di Manchester By The Sea) nel ruolo d iOtis ma cresciuto e ormai ventenne. Jupe sfruttando i dialoghi fra padre e figlio dona altrettanto pathos a un adolescente cresciuto troppo in fretta.

Stella in ascesa pronta a esplodere precocemente, per colpa di un’infanzia trascorsa con un cattivo modello genitoriale, una madre assente e una scuola frequentata quando capita. Un viaggio quindi nei ricordi catartici di uno dei migliori attori della propria generazione, una pellicola ai margini della città degli angeli, perfetta anche per capire come, e per quale motivo, spesso le giovani promesse siano incapaci di rialzarsi in età adulta.

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