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“Trout Mask Replica”, ovvero come si suona col martello

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Se conoscete quest’album c’è una buona probabilità che abbiate anche letto che è il miglior album della storia del rock. Lo conosco davvero da un casino di tempo e appena scoperto ed ascoltato non sono riuscito ad assimilarlo. Saranno state le mie orecchie da fanciullo (sono sempre giovane e lo sarò per sempre, ma al primo ascolto ero davvero troppo fanciullo) a non capirne la portata, abituate a qualcosa di standard (anche se ascoltavo tranquillamente metal estremo), melodico. Anche se non vi nascondo che lo status di “non assimilato” è rimasto tale fino a poco tempo fa. Pochissimo. Fino a quando ho notato che il mese di Giugno era l’anniversario della sua uscita e ho segnalato la cosa in redazione. Quale migliore occasione per assimilarlo se non scriverci su? In diretta, su due piedi, con poche informazioni, conoscenze ed idee a riguardo, così come Don Van Vliet ne aveva sugli strumenti musicali standard. Don Van Vliet per capirci, è Captain Beefheart.

Non proprio sugli strumenti musicali standard, sugli strumenti musicali e basta. Il principale strumento di composizione è stato il piano, mai approcciato dal capitano. Era il mezzo ideale per partorire le sue idee musicali libere da schemi e privi di tecnicismi. Una diretta applicazione dalla mente alla pratica. Oltre a Don c’era appunto la Magic Band, composta da membri dotati di meno tecnica del Capitano. L’unico ad avere qualche cognizione musicale era John Drumbo French, il quale ebbe l’ingrato ruolo di essere il traduttore delle malsane idee di Don in arrangiamenti musicali e non solo (ti piace saper suonare maestrino? Ed insegna!), una volta tradotte ha dovuto insegnare effettivamente a suonare tali arrangiamenti agli altri magici componenti. Ovviamente, ad avere la parola finale era sempre Don.

Photo: Ed Caraeff

Il risultato? Non c’è una singola canzone che si possa dire “bella”, nessuna canzone che rimanga appiccicata ai timpani al primo ascolto, nessuno standard e nessuna melodia musicale, piuttosto una distruzione di questi che si ripercorre in ben ventotto tracce. Ed è questa l’incredibile grandezza di questo lavoro. Tramite la distruzione (musicale) è stata creata un’opera.

Così come Pollock ha distrutto ogni forma nella pittura, Don Van Vliet lo ha fatto nella musica creando una delle prime, se non la prima opera d’arte astratta nel rock. Così come un baffuto tedesco un po’ di tempo fa parlò di trasvalutazione di tutti i valori e insegnò a filosofare col martello, il capitano qui suona col martello.

Certo, ma tutti sono in grado di prendere un pianoforte o un qualsiasi strumento e fare musica “a cazzo”. Punto uno, non credo, punto due, se proprio qualcuno ha il coraggio di fare musica “a cazzo” è proprio grazie a musicisti come Don, così come se qualcuno oggi si “limita” a buttare pittura su una tela, è grazie a Pollock, così come se oggi venti persone rincorrono un pallone (i portieri non lo fanno eh) è perché non so quanto tempo fa delle persone hanno cominciato a farlo.

Trout Mask Replica” rappresenta una continuazione di quella rottura degli schemi che stava avvenendo nel campo musicale e non, a partire dalla fine dell’800. Ad esempio, il nostro oramai caro Pollock è stato certamente un punto di rottura di scala Richter infinito, anche se a dare la nota di La dello scandalo sono stati forse gli Impressionisti. Il “classico” jazz è stato reso libero da Ornette Coleman & Co. E Captain Beefheart ha il grandissimo privilegio di poter guardare questi scandalosi artisti senza alzare lo sguardo.

Alla fine, sono riuscito ad assimilare quest’album? No, ho dei test molto efficaci a riguardo. Ho (ri)cominciato ad ascoltare “passivamente” “Trout Mask Replica” pochi giorni prima di cominciare a battere quest’articolo. Quest’ascolto passivo è uno dei migliori test che ho a disposizione. Se mi colpisce senza che mi impegni troppo, cazzo mi muove. Cosa che ha fatto “Trout Mask Replica“, ma non come lo fanno i Velvet Underground ad esempio. La mattina mi sveglio sempre con una canzone, in questi giorni è successo con “Trout Mask Replica“? No. In macchina ho messo “Trout Mask Replica” ? No. Questi non sono giudizi oggettivi? Quelli li ho dati più su e continuare a darli ad un’artista che ha scatenato un terremoto di magnitudo infinita conoscendo a stento gli accordi principali, non mi sembra la migliore delle idee.

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