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Makoto Kino – Glitter Rose Garden

2020 - Autoproduzione
elettronica

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Tracklist

1. West Madoka
2. Hanzi Semiotics
3. Scorpio Waters
4. Angel's Garden


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Makoto Kino è lo pseudonimo di Francisco Cabrera Celio, artista e producer di musica elettronica nato a Città del Messico. Il nome deriva dal personaggio omonimo presente nel noto manga e anime “Sailor Moon” di Naoko Takeuchi.

Glitter Rose Garden” è il secondo mini-album autoprodotto dall’artista e rappresenta, senza troppi giri di parole, un lavoro tanto meticoloso sul piano tecnico quanto povero d’ispirazione se si inserisce il prodotto nel genere musicale di riferimento, ovvero quel synth-dream pop di matrice nipponica che da almeno un decennio sembra essere spopolato nel mondo. Tale stile di musica elettronica si è imposto, col passare del tempo, come una delle tante sfaccettature delle mode retro-wave e vaporwave che imperversano ormai ovunque negli store digitali, nelle piattaforme di ascolto in streaming e, ampliando il punto di vista musicale, anche in molti film e serie tv di stampo sci-fi. Gli anni Ottanta e, in questo caso, le colonne sonore degli anime di allora, remixate e rivisitate, rappresentano la base e i sample da cui partire per creare danze robotiche e frenetiche, sonorità ipnotiche future-funk o rilassanti melodie magnetiche che si allungano anche per decine di minuti.

Makoto Kino, a differenza di altri artisti synth-dream pop come Night Tempo o Desired, predilige una musica rilassante, dai connotati chill che bene si inscrivono nella sotto-categoria “3am vibes music” dello stile elettronico retro-wave. West Madoka apre l’album con samples di idol-pop giapponese intervallati da glitch e una sovra-struttura melodica distesa che accompagna l’ascoltatore fino al secondo brano del mini-lp. Successivamente, il lavoro di Makoto Kino si sviluppa attraverso tre diverse suite più estese, della durata di dieci-undici minuti ciascuna, nelle quali l’artista sperimenta e assembla componenti ritmiche tribali, tappeti sonori drone, patchwork minimalisti e new wave. Si passa dall’ammaliante Hanzi Semiotics, che ricorda la proto-idm di Speedy J e dei B-12, alla più liquida e industrial Scorpio Waters, dalle fattezze più techno, alla sconnessa Angel’s Garden, unico brano dinamico dell’album, dalla struttura altalenante tra trip hop e alt-pop verso il finale.

In definitiva, “Glitter Rose Garden” non regala niente di originale ma racconta, probabilmente, l’artista Makoto Kino in ogni sua forma. Il lavoro del producer crea un giardino, richiamando il titolo del mini-lp, nel quale poter ascoltare le emozioni e le passioni di Francisco Cabrera Celio, lasciandosi così trasportare per circa quaranta minuti in una dimensione intima e rasserenante.

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