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The Punk Box

THE PUNK BOX #5: Golden Shower, Granducato Hardcore, Mamma Roma’s Kids, SDH, Gioventù Bruciata

Con una periodicità che potremmo definire “alla cazzo di cane”, torna anche il vostro Box preferito, dopo un periodo in cui siamo stati tutti un po’ sospesi, sappiamo bene perchè. Ma il punk roghenrò, quello non si ferma, continua a ribollire nel sottoterra (cit, RIP) italico e non, tra gloriose ristampe, eccitanti compilation e novità più o meno truculente. In questo quinto appuntamento restiamo nella nostra beneamata penisola, con cinque uscite tutte rigorosamente italiane.

Golden Shower – Dildo Party (Area Pirata Records)

Diciamo subito che i Golden Shower meritavano di più: stanno in giro da parecchio, hanno pubblicato poco, continuando a lievitare nell’underground del garage italiano. Cosa li contraddistingue rispetto alla miriade di bands che suonano questo genere? La solita parolina magica: il songwriting. I pezzi li sanno scrivere, la differenza sta tutta lì. Metti su il nuovo disco “Dildo Party” e ci trovi dentro i soliti riferimenti: dal sax in odore di Raunch Hands di King Of The Lovers, alla vena frat rock stile Fleshtones, a quel gusto pop che avevano le bands australiane tipo Lime Spiders (ascoltare Love Parade o Touch Me). Insomma, le coordinate sono chiare, si parla di garage rock venato ora di blues, ora di beat, ma i brani hanno quel qualcosa in più proprio grazie a quel particolare sapore melodico che i nostri sanno elargire. Quel che ne esce è un disco che ti fa venir voglia di essere riascoltato, e di questi tempi non è poco. Menzione speciale per la pruriginosa copertina.

Granducato Hardcore – Last White X-Mas (Area Pirata Records)

Il Granducato Hardcore (per gli amici GDHC) è stata una realtà italiana importante per il Punk Hc degli anni ’80 in Italia. Questa ristampa è un documento storico prezioso poiché rende testimonianza del concerto del 4 Dicembre 1983 presso la chiesa sconsacrata di San Zeno, a Pisa. Sono assenti dalla scaletta solo i Raw Power, per motivi di diritti. Per il resto, sfilano 11 Hardcore bands toscane, in ordine di apparizione: Brontosauri, Juggernaut, Stato di Polizia, Putrid Fever, Dements, Useless Boys, War Dogs, A’ufschlag, Cheetah Chrome Motherfuckers, I Refuse It!, Traumatic. Il primo a stampare la registrazione del concerto fu Chris BCT con la sua piccola etichetta, la Bad Compilation Tapes (uscì appunto solo in cassetta). Chris rimase entusiasta dell’energia e la furia di questi brani e decise di produrre il lavoro a sue spese. Dopo 35 anni, questo Natale hardcore esce finalmente in doppio formato cd, interamente rimasterizzato da Alessandro Sportelli (lo stesso che lo aveva registrato all’epoca), completo di un booklet di 36 pagine con foto inedite e interviste ai protagonisti. Che dire della musica: se vi piace l’HC italiano anni ’80 (genere che, ricordiamolo, ha fatto scuola in tutto il mondo, rivaleggiando con i ben più noti colleghi statunitensi) questo è pane per i vostri denti marci. Da queste parti abbiamo preferenze per la violenza controllata dei Putrid Fever, per il situazionismo degli I Refuse It! E per i meno allineati del lotto (gli strepitosi Useless Boys e i Traumatic). Ma dentro ci troverete i ben più noti e ultra furiosi CCM (Cheetah Chrome Motherfuckers, con una set list di 18 brani) e tanti altri. Per cui, fatevi sotto.

VA – Rock These Ancient Ruins: Mamma Roma’s Kids (Surfin Ki Records, Area Pirata Records)

L’idea di questa compilation era nella testa di Simone Lucciola e Lorenzo Canevacci (anche produttori, insieme ad Alessandro Ressa) da parecchio tempo, ma si manifesta solo oggi, in questo glorioso anno domini 2020. L’intento è quello di riunire bands del passato e del presente della scena romana, per chi scrive forse la migliore scena punk r’n’r d’Italia. Ecco quindi sfilare eroi storici come Alex Dissuader, vero prime mover con i seminali Bingo e poi con i Dissuaders, o i Taxi, prima incarnazione dei più famosi Giuda, che con Gloves firmano forse il pezzo più entusiasmante della raccolta, una perla glam punk dal ritornello azzecatissimo. I Blood 77 del già citato Lucciola confermano la loro verve motorhediana, gli Idol Lips from Ceccano sono quelli con  l’indole più stradaiola, affine agli Heartbreakers (grande brano la loro Don’t Need Your Love). Notevole anche la botta powerpop dei Mad Rollers, così come i due brani in italiano degli Alieni e dei Ferox (già recensiti da queste parti). Unica nota dolente è il non vedere presenti nella scaletta i grandiosi Transex, ma tant’è. L’idea è lodevole e va supportata, la qualità media dei brani alta, per cui acquisto consigliatissimo. Amen.

SDH – Mad Show (Sham Foundation)

In questo nuovo album gli SDH confermano tutto quello che su di loro già si era detto in passato: stiamo parlando quindi di una punk band sui generis, che rifugge come la peste le regole precostituite, a cominciare dalla promozione e distribuzione dei loro lavori; anche per questo “Mad Show“, infatti, la distribuzione (digitale) è gratuita (potete scaricare il disco qui) mentre non è dato sapere la quantità dei dischi fisici che pubblicheranno. Quello che è certo è che il formato fisico è meraviglioso: un rigido box cartonato al cui interno, oltre al vinile one sided, troverete un libretto in grande formato pieno di illustrazioni dell’artista Ila Pop. Venendo alla musica, dicevamo del punk sui generis; quello degli SDH è una brodaglia mefitica in cui tutto viene mischiato: dal lo fi sgangherato che apre il disco (The hole card, the wrong pot and the drunk gambler), al giro di basso moooolto post punk della successiva Susy Loose, alle bordate garage punk della title track, per poi passare nell’inferno ai confini con l’hardcore noise di We ain’t got time. Insomma, si cambia registro spesso e volentieri, non curandosi, crediamo intenzionalmente, del fatto che il tutto possa creare un po’ di confusione nell’ascoltatore. Credo che di questo, come del resto, gli SDH se ne fottano.

GIOVENTÙ BRUCIATA – Quartered (Lamette Records, Mastice Produzioni, Rockout Fascism)

Nuovo EP per i laziali Gioventù Bruciata, band di culto dell’Hardcore nostrano. “Quartered” raccoglie 4 brani di serrato e marziale hardcore metal, sicuramente debitore della scuola americana; è interessante notare come le influenze East Coast (Sick Of It All, Agnostic Front) vengono amalgamate efficacemente a quelle West Coast di Suicidal Tendencies e affini, mantentendo al tempo stesso il tipico tocco del  nostro HC. Ci ha convinto assai il cambio di passo nella coda della title track e il riff sfasciapalazzi che apre Mandamento. Per chi scrive, i Gioventù Bruciata sono i migliori eredi di bands storiche come Sottopressione e Angeli.

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