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Sonic Boom – All Things Being Equal

2020 - Carpark Records
indie / pop / psych

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Tracklist

1. Just Imagine
2. Just a Little Piece Of Me
3. Things Like This (A Little Bit Deeper)
4. Spinning Coins and Wishing On Clovers
5. My Echo, My Shadow and Me 
6. On a Summer's Day 
7. The Way That You Live
8. Tawkin Tekno
9. I Can See Light Bend
10. I Feel a Change Coming On


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If I had my whole life
To live again over
Would I spend it spinning coins
And wishing on clovers

Innanzitutto, qualche presentazione: Sonic Boom è uno dei tanti moniker di Peter Kember, musicista ingleseeco-fondatore insieme a Jason Pierce (Spiritualized) degli Spacemen 3, gruppo di culto della seconda metà degli anni Ottanta. Con il loro iconico drone-blues e gli album-slogan “The Perfect Prescription” (1987) e “Take Drugs To Make Music To Take Drugs To” (1990), Peter e Jason possono essere considerati i padri della cosiddetta “psych-rock revolution”, la cui legacy verrà presa in mano da band quali The Brian Jonestown Massacre e Primal Scream, esplose appunto nella primissima metà degli anni Novanta.

Dallo scioglimento degli Spacemen 3, avvenuto nel 1991 a seguito dell’uscita di “Recurring”,  Peter Kember si è dato parecchio da fare, registrando innumerevoli album a nome Spectrum e E.A.R. (Experimental Audio research) e collaborando con artisti del calibro di Stereolab, Yo La Tengo e persino con gli italiani Julie’s Haircut nell’EP “N-Waves / U-Waves” (2017). Più di tutto, il musicista inglese si distinto in qualità di produttore, guidando dalla regia gli MGMT nella genesi di “Congratulations” (di cui questo “All Things Being Equal” ricorda cromaticamente la copertina), i Beach House in “7”, Panda Bear in “Tomboy” e “Panda Bear Meets the Grim Reaper” e i Moon Duo (altra legittima legacy degli Spacemen 3, anche se per proprietà transitiva) nell’album-svolta “Stars Are The Light”, uscito giusto lo scorso anno.

Ma passiamo al dunque. Nonostante siano passate tre decadi dall’unico album a nome Sonic Boom (“Spectrum”, uscito appunto nel 1990), il sound caratteristico del progetto non è cambiato affatto: le parole chiave rimangono “minimalismo” e “insistenza”, cercare sé stessi nella semplicità e nella reiterazione, un concetto già caro agli Spacemen 3 (basti pensare al sopracitato “Recurring”). Registrato nel 2015, ma rivisitato in seguito al recente trasloco a Sintra, in Portogallo, questo secondo capitolo si compone di 10 brani, costruiti intorno a cascate di sintetizzatori analogici riesumati dagli anni Sessanta e Settanta, svariati vocoders e un simpatico giocattolino che risponde al nome di Thumbs Up Music, una tastierina-modem concepita appositamente per ricreare i suoni del buon vecchio dial-up Internet.

In “All Things Being Equal” riconosciamo subito l’influenza di alcune vecchie glorie, come i Kraftwerk e i Silver Apples nella parentesi strumentale Tawkin Tekno, Brian Wilson (Beach Boys) nel dolce far niente di On A Summer Day o addirittura John Lennon nella rivisitazione psicotropa di “Imagine” (l’introduttiva Just Imagine). Per il resto, una cosa è certa: nonostante il futuro non sia mai sembrato tanto incerto (come ci rivela in Spinning Coins and Wishing On Clovers e I Feel A Change Coming On), Peter Kember sembra aver trovato una sorta di pace interiore. Come? Grazie all’esperienza psichedelica, vera ri-scoperta del ventunesimo secolo, che il Nostro decide di osannare in una serie di peripezie electro-allucinogene alla Animal Collective (Things Like This (A Little Bit Deeper), vera gemma del disco, e I Can See Light Bend), arrivando al punto di scrivere una sorta di pseudo-testamento alla psilocibina (Just A Little Piece Of Me).

All Things Being Equal” è un lavoro tanto retrò quanto futuristico, tanto sperimentale quanto accessibile. Un disco che vi farà venire nostalgia del futuro, assemblato alla perfezione e pronto per essere suonato in loop sotto l’ombrellone nel giardino di casa. Se accompagnato dal giusto micete, ancora meglio. Parola di Sonic Boom.

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