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Charli XCX – How I’m Feeling Now

2020 - Atlantic Records
pop

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Tracklist

1. Pink Diamond 
2. Forever
3. Claws
4. 7 Years 
5. Detonate 
6. Enemy 
7. I Finally Understand
8. 0
9. Party 4 U 
10. Anthems
11. Vision


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Charlotte Emma Aitchison, in arte Charli XCX, popstar britannica conosciuta per il suo brano Boom clap, lo scorso 15 maggio ha pubblicato il suo ultimo album “How I’m Feeling Now”, interamente prodotto durante la quarantena. Un disco che in realtà è una dedica, non troppo celata, al suo fidanzato e se non fossi certa che l’anno in cui ci troviamo è il 2020, vista l’intensità di quest’ultimo, potrei tranquillamente dire di essere alle scuole medie a sfogliare il Cioè della mia amica di banco, sperando che Kevin dei Backstreet Boys scegliesse me.

Il disco di Charli, prodotto in sei settimane con i soli “strumenti” a sua disposizione, oltre alla collaborazione con diversi artisti, tra cui A.G. Cook, BJ Burton e Dylan Brady, “vanta” anche la presenza interattiva dei followers della popstar, i quali hanno contribuito a questa produzione. Insomma, non ce la sentiamo di sparare sulla Croce Rossa. I brani prodotti sono undici, per quanto Charli sia nota per la sua dedizione al lavoro, il suo impegno e la sua visione anche spesso futuristica della musica la prima impressione è che questo album sia frutto di una fretta non richiesta, dal momento che nel giugno del 2019 era stato pubblicato il suo terzo album “Charli”.

Il primo pezzo è Pink Diamond, suoni caotici e male assortiti, con un testo che sembra davvero non avere il “tempo “giusto per la base, o più semplicemente non doveva essere lì. L’outro di Pink Diamond è brusco, come se fossero finite le note, per lasciare il posto a Forever, primo dei brani dedicati al fidanzato, “Ti amerò per sempre, anche quando non saremo insieme”, la base è ripetitiva e trasuda autotune da ogni singolo bit. In Claws, Charli descrive tutte le cose che le piacciono del suo fidanzato, oltre ad essere decisamente apprezzato dai suoi fans è anche il secondo singolo ufficiale. I suoni sono leggeri ma comunque senza una percezione di unione con i brani precedenti o con quelli che seguono. 7 years suona diversamente, perché vede la collaborazione di BJ – Burton e infatti l’outro ha senso, è piacevole da ascoltare, nell’insieme il brano è armonico voce e suoni sono sullo stesso livello, chiaramente anche questa è una dedica al fidanzato.

Il brano da considerare per riuscita e composizione del suono è Enemy. Puramente pop, con la presenza sfacciata di chitarre e bassi, di cui BJ ne ha distorto i suoni magistralmente, è un brano più emotivo, in cui Charli mette in evidenza anche i suoi limiti e le sue insicurezze.

You might help me, intimacy, I’ll admit, I’m scared, Maybe, maybe you can reach me, yeah.

Terzo ed ultimo singolo è I finally understand in cui sembra esserci una resa dei conti tra Charli ed i sentimenti che prova, indovinate? per il suo fidanzato, lasciando che i timori svaniscano per permetterle di amare chi ha accanto. Anche in questo caso emerge il suono pop della cantautrice con tagli di elettronica, che a differenza dei brani precedenti in questo caso sembrano messi con una logica che permette al pezzo di essere “ascoltato”, anche da solo.

Party 4 U è un pezzo già “presente”, in quanto annunciato più volte da Charli, ma mai rilasciato ufficialmente. Il brano racconta di una festa solo per due persone, i suoni sono molto più cupi ma puliti e probabilmente gli unici e non portare alla mente una party adolescenziale in piena estate. Anthems, di cui la seconda strofa è stata scritta insieme ai suoi fans durante una diretta Instagram, presenta suoni sono ancora una volta contraddistinti da sintetizzatori e basi pop che rendono inequivocabile la traccia di collaborazioni che danno a questo album un punto di forza in più. Infine, Visions, pezzo da dj-set, salvo poi scoprire che è l’ennesima delle 11 canzoni che Charli dedica al fidanzato immaginando il loro futuro.

Senza voler sminuire la voglia della popstar britannica di sperimentare e migliorarsi, desiderio apprezzabile, soprattutto quando sei tra le “icone” di una scena musicale che si potrebbe definire un po’ di tutti e di nessuno, questo album poteva essere studiato meglio, creato con calma, pensato in quarantena e costruito dopo, lucidamente. Anche se non è affatto scontato che la resa potesse essere migliore.

Dopo un anno dall’uscita di un album che aveva permesso a Charli di poter essere tra i “tutti” e non più tra i “nessuno”, non era necessario strafare, avere fretta per dare alla luce un album che trasmette esattamente la sensazione della fretta con cui è stato creato. Manca un nesso anche solo sonoro tra i brani e, nonostante l’impegno della popstar e la voglia di produrre, forse sarebbe stato meglio risparmiarsi questa fatica.

Che la quarantena abbia reso “prolifiche” alcune creazioni non lo mettiamo in dubbio, ma alle volte per correre i 100 metri è necessario un giusto allenamento e forse Charli aveva bisogno ancora di finire lo stretching della corsa del 2019.

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