1. Portal North: Panthera
2. Ad Ventures
3. Fast Learner
4. Wet
5. Chocolate Souffle
6. Portal South: Micah
7. Bad Bitch Walking
8. Money Yoga
9. Thanking the Girls
10. Red Walks by the Looking Glass
Il duo hip hop Shabazz Palaces, composto dal rapper e producer Ishamel Butler e dal percussionista Tendai “Baba” Maraire, è riconosciuto da parte di pubblico e critica come una delle realtà più enigmatiche e artisticamente valide del panorama underground del genere.
Il loro album di debutto “Black Up” (2011) aveva sconvolto parte degli ascoltatori sia per le fusioni sonore tra funk, jazz e dub adottate nelle strumentali, sia per il fatto che il disco fosse uscito per la label Sub Pop, istituzione della musica indie-alternative rock dagli inizi degli anni Novanta.
In effetti, l’orientamento rock del duo, anche per il fatto che le percussioni sono sempre suonate in live per comporre i beats, permette da sempre agli Shabazz Palaces di sfumare e rendere eterogeneo ogni brano, da quello più ispirato a quello più radiofonico e privo di sperimentazione. L’ultimo lavoro in studio del gruppo, uscito ad aprile sempre per la label Sub Pop, si differenzia dai precedenti per la forte componente psichedelica all’interno sia delle tracce sia degli intermezzi dell’album.
“The Don of Diamond Dreams”, infatti, a parte qualche brano inserito come hit dalla portata popolare, riporta alla mente le sonorità degli Outkast di “Aquemini” e dell’hip hop east coast più sconosciuto (es. World & San). Le incursioni cloud ed elettroniche di Fast Learner strizzano l’occhio allo stile di Future e dei Gorillaz di “Humanz”, mentre più minimali si presentano tracce come Odds e Wet, che mescolano l’andamento flemmatico e sincopato del rap anni Novanta al fraseggio sussurrato della trap odierna.
I brani più strutturati e al contempo più eccentrici rappresentano il fulcro creativo dell’album: Bad Bitch Walking e Money Yoga, preghiere funk e neo-soul composte con toni sospesi; Thanking the Girls, nenia ansiogena e robotica recitata e composta lasciando scorrere parole e musica in maniera fredda e apatica.
Infine, Red Walks by the Looking Glass chiude il disco, mescolando ogni sfumatura stilistica adottata dagli Shabazz Palaces in questo loro ultimo lavoro: un trip psichedelico di sette minuti con assoli di sax e basso elettrico, cori in autotune e atmosfere a metà tra i Funkadelic e gli A Tribe Called Quest.