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Alain Johannes – Hum

2020 - Ipecac Recordings
songwriting / folk

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Tracklist

1. Mermaid’s Scream
2. Hum
3. Hallowed Bones
4. Someone
5. If Morning Comes
6. Free
7. Sealed
8. Here In The Silence
9. Nine
10. Finis


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Stavo iniziando a scrivere paragonando questo lavoro alle numerose collaborazioni di Alain Johannes, soprattutto quella in “Bubblegum” di Mark Lanegan, in cui Johannes scrive pressoché la metà delle musiche e degli arrangiamenti e mi spingevo a pensare a come sarebbe stato “Hum” se Alain Johannes, che è principalmente un autore e arrangiatore, avesse dato questi pezzi ad un interprete dal timbro più marcato e più famoso quale Lanegan. Ma poi mi sono reso conto che queste canzoni non potevano essere eseguite da altri. Semplicemente non sarebbe possibile arrivare all’intensità della voce che canta un dolore personale così grande: la morte della moglie Natasha Schneider nel 2008, sua compagna nella vita e nella musica.

Poesia, e un canto di sirene, e tra i migliori esempi di songwriting che gli angoli perduti dell’America suburbana ha da offrirci. Ma stavolta l’eterno collaboratore, il genio dietro a tanti grandi pezzi noti della combriccola desertica Alain Johannes non lavora per conto di nessuno, non passa le canzoni a Mark Lanegan, non collabora con i Queens of the Stone Age, non suona per Pj Harvey, stavolta i pezzi non possono essere eseguiti da altri. I pezzi che compongono “Hum” sono tutto quello che esiste oggi nella vita di Alain. Pur avendo coperto gran parte del suo curriculum come arrangiatore, autore ed esecutore, il suo lato da performer non è meno importante. Alain è un personaggio che ha sempre scelto l’ombra, non si è mai esposto ai riflettori e, a volte, è proprio in quei luoghi che si possono trovare tesori.  

L’apertura poetica di Mermaid’s Scream in cui lascia scorrere tutto il suo lutto e sofferenza attraverso parole nascoste e la voce della sua amata che ha lasciato questo mondo lo richiama come un canto di sirene ma la bellezza del testo è sconvolgente. E sono camminate verso grand alberi, in luoghi specifici dove Alain può sentire come una specie di “ronzio”, questo “eternal hum”, un “eterno ronzio” e la presenza di una mano salvifica che lo aiuta ad attraversare questa vita è tutto nella title-track. Ma è grazie  a questa forza, questo sostegno datogli da chi era tutta la sua ragione d’esistenza a fargli riscoprire e usare la magia e la potenza dell’innocenza innata così che “il bambino non scompaia”, tra Hallowed bones e Someone riaffiora una soffice speranza e l’incubo si dissolve lentamente mentre anime pure in forma fisica di animali gli sussurrano di “lasciar andare” fino a fargli capire che dolore e gioia riescono a convivere.

“Hum” è un lento e difficile percorso verso la redenzione, verso l’innocenza. Verso una dimensione ultraterrena in cui non esistono risposte e nessuno è colpevole. Ma quando senti un disco come questo ti rendi conto della densità che pervade ogni nota e ogni verso, in cui niente è scritto a cuor leggero, ma ogni elemento arriva da un sentimento profondo, da una vita spezzata. Un capolavoro nascosto da ascoltare ed assimilare senza staccare lo sguardo dai testi.

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