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Sacrobosco – Dam

2020 - Switch Music Recordings
lo-fi / elettronica

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Tracklist

1. Dam
2. Peggy
3. 1987
4. Hagf


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Sacrobosco è il nome con cui Giacomo Giunchedi firma dal 2009 pezzi di musica elettronica, accompagnati dai progetti grafici del videomaker Dirty New Media Italy.

Il risultato è “Dam”, album uscito a fine giugno per l’etichetta bolognese Switch Music Recording. È un’elettronica minimale, rude, caratterizzata dall’uso di drum machine analogiche e campioni prelevati da Youtube o da casa. Il tutto è arricchito da manipolazione pressoché nulla dei campionamenti digitali prelevati, mantenendo una certa continuità concettuale e contenutistica con i suoni utilizzati in fase d’ingresso del segnale. Il concept dell’album è legato alla crisi inflitta dai regimi di produzione accelerati del turbo capitalismo sugli aspetti quotidiani della vita. Robetta leggera per un EP di sole quattro tracce.

Prima di godere dell’album è mio dovere suggerire di accompagnare l’ascolto alla lettura del testo Realismo Capitalista di Mark Fisher, imprescindibile per una comprensione totale dell’album (oltre che di moltissime altre produzioni legate alla generazione post rave). Diventa difficile concepire le tracce come singole entità scindibili l’una dall’altra. L’una completa l’altra.

Dam, la title track, è il moto di una voce che rincorre se stessa, nella cui corsa si inseriscono e si sovrappongono altre voci campionate. Potrebbe andare avanti in loop. All’infinito e senza stancare, come se ogni nuovo ascolto offrisse un frammento, una sintesi granulare fino ad allora inascoltata. Questo stato di angoscia di tempo che si rincorre senza mai compiersi definitivamente è legato al concetto di hantology, tanto caro a Mark Fisher al quale Sacrobosco fa riferimento.

In Peggy si inseriscono campionamenti che richiamano una campanella scolastica, di quelle che si sentono nei film statunitensi. I riferimenti alla critica alla cultura americana, cultura del dominio capitalistico, sono evidenti. Non serve aggiungere altro in merito. 1987 offre un sound più soft, quasi mistico/intimistico che termina con una dichiarazione d’amore alla musica elettronica. È un brano fluido, morbido. Come acqua. L’ultimo pezzo, Hagf, è una fantastica chill out zone, nella quale si riprende fiato e si prende coscienza della fine della festa. Con leggera malinconia.

È un piccolo capitale immateriale, “Dam”, che invita a non fermarsi solo al bell’ascolto, ma ad analizzare anche il substrato culturale contemporaneo, attraverso cui le sonorità giungono da un passato che non è del tutto passato.

“Confrontare il terreno incolto del momento attuale con la fecondità dei periodi precedenti e sarete rapidamente accusati di “nostalgia””.

Sacrobosco

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