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Lullabier – Mono/Stereo

2020 - VeniVersus / Oltrelanebbiailmare
slowcore / songwriting

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Tracklist

1. Puzzle
2. Sedici
3. Trifoglio
4. Indagine
5. Soliloquio
6. Notturni
7. O.O.B.E.
8. Specchio
9. Sipario


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Musica terapeutica, litanie acustiche, languidi riverberi, arpeggi sonnambuli. Non c’è modo migliore per inquadrare la produzione del cantautore veneto Lullabier – al secolo Andrea Vascellari – che la definizione che lui stesso ne dà. Andrea, almeno per quel che concerne il panorama musicale nostrano, è unico nel suo genere: non esiste infatti un altro slowcore-songwriter.

L’ultimo lavoro a firma Lullabier, “Lost In Translation”, risale al 2016, ma era un disco di pezzi stranieri già editi e tradotti per l’occasione da diversi addetti ai lavori che collaborarono al disco. Qui siamo di fronte ad un vero long di inediti, espresso in forma di concept-album come i precedenti “Fitoterapia” (2012) e “Osservazioni rilassamento e assenza di giudizio” (2014).

Sempre alla ricerca del cantautorato più minimale e – per questo motivo – d’impatto immediato, “Mono / Stereo” presenta un punto di rottura abbastanza evidente rispetto al recente passato, di natura prettamente musicale: meno folk, decisamente più acustica, un plus non da poco se si parla di concept. Andrea ha impiegato circa 5 anni, come lui stesso dice presentando il disco, a raggiungere questo equilibrio sonoro, frutto soprattutto dell’assemblaggio della musica e delle idee che in questo lustro hanno silenziosamente lavorato nella sua testa.

Il filo conduttore dell’album è la contrapposizione tra isolamento e condivisione, un’alternanza sia concettuale che fisica, visto che una scelta stilistica ben precisa ha assegnato le tracce dispari al primo e quelle pari al secondo. Inutile ribadire, come fatto per tanti altri artisti usciti in questo periodo, quanto sia pertinente in questo periodo parlare di solitudine e di compagnia ritrovata.

La struttura musicale poggia su basi semplici ma eterne: chitarra acustica, voce e pochi elementi intorno, che si alternano in vesti diverse e donano una convincente quadratura ai singoli pezzi e al disco nel suo insieme. Si parte con Puzzle, dove Andrea Da Ros si inserisce subito in modo preciso con la sua chitarra elettrica, creando una serie di suoni che fanno da tappeto al resto.

In Sedici compare un pianoforte, in un finale in cui lo slow rallenta ulteriormente, fino quasi a fermarsi. Con Trifoglio sale di nuovo alla ribalta Da Ros, che tocca corde in grado di generare quasi voci in appoggio a quella di Vascellari. L’unico accenno di cassa si ha con Indagine, mentre Soliloquio è – grazie alla voce recitante di Edgardo Moia Cellerino dei leggendari Le Masque – un omaggio al poeta Carlo Vallini. Un omaggio ulteriore, perché Vallini era già stato celebrato dal duo Cellerino / Vascellari in “Soundtracks” (2019), disco del gruppo milanese pubblicato dalla stessa Oltrelanebbiailmare.

Via del tutto l’elettricità, con Notturni alla chitarra acustica se ne affianca una classica, mentre il piano torna a fare capolino in O. O. B. E., unico pezzo in cui lo slow core accelera leggermente le battute. Le sei corde tornano ad elettrificarsi e a stendere una languida prateria intorno al binomio voce / chitarra acustica nelle conclusive Specchio e Sipario.

Andrea dice di essere molto soddisfatto del lavoro svolto. Sente che le chitarre insieme hanno lavorato bene, che i suoi testi godono di una convinzione maturata in una lunga fase di studio e di esperienze e che, nel mezzo, la collaborazione con Cellerino ha dato i frutti sperati. C’è da essere d’accordo su tutta la linea: “Mono / Stereo” è un lavoro riuscito, dalle intenzioni alla messa in pratica. Gode di ottima produzione, di idee di fondo sostanzialmente valide e della capacità di essere sempre in carreggiata, senza mai dare l’impressione di perdere mordente o voler strafare. Peraltro, gli amanti del collezionismo saranno lieti di sapere che Oltrelanebbiailmare ha curato l’uscita di un compact disc in edizione limitata di 200 copie, con triplo digisleeve e sovracopertina in carta da lucido, con artwork curato da Stefano Gentile.

Ad Andrea Vascellari come artista, nel 2020, va riconosciuto il merito di aver intrapreso una strada – ormai dieci anni fa – e di non averla più lasciata, mettendo nel frattempo a segno colpi di ottima fattura.

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