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Khruangbin – Mordechai

2020 - Dead Oceans / Night Time Stories
funk / soul

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Tracklist

1. First Class
2. Time (You And I)
3. Connaissais The Face
4. Father Bird, Mother Bird
5 . If There Is No Question
6. Pelota
7. One To Remember
8. Dearest Alfred
9. So We Won’t Forget
10. Shida


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Pensi al Texas e ti viene in mente la città di Houston e i problemi di certe navette spaziali di ritorno dall’orbita lunare! Mediti sul Texas e ciò che visualizzi sono il deserto, i pozzi petroliferi, i film western, i fratelli J.R. e Bobby Ewing, James Dean che si rifiuta di vendere il suo piccolo appezzamento di terra a Jordan Benedict e che diventa il ricchissimo e “triste” Gigante del film di George Stevens del 1956! Tutti stereotipi che tv, cinema, letteratura e media in genere hanno contribuito a creare sul secondo stato più esteso degli USA.

Poi ti imbatti nel nuovo disco dei texani Khuangbin, “Mordechai”, uscito il 26 giugno scorso, il terzo della band di Laura Lee (bass, vocals), Mark Speer (guitars, vocals) e Donald “DJ” Johnson (drums, keyboards, vocals) e di botto si abbassano le luci, la mirror ball posta al centro del soffitto inizia a roteare e i colori del soggiorno si tingono improvvisamente di tonalità accese e sgargianti! Adesso non vorrei esagerare, ma mi pare anche di aver visto apparire in tv una vecchia puntata di “Starsky & Hutch”!

La macchina volante, questa la traduzione letterale della parola tailandese che da il nome alla band statuninense, ha nuovamente preso quota dando alla luce un disco da ascoltarsi in un sorso! Un sorso di whisky on the rocks naturalmente! Classic soul, dub, psichedelia, surf, funk, etnica, questa la mistura effervescente che ha generato i colori e i suoni di questo nuovo bellissimo album dei Khruangbin. L’affermazione mondiale di “Con Todo El Mundo” del 2018 ci aveva lasciati con tante aspettative per il futuro di questa band.

Aspettative che a mio avviso non sono state affatto tradite! (si vabbè, poi ovviamente ci sarà sempre quello che vi dirà che erano meglio prima! Mi stupirei del contrario! Anzi, non fosse così lo andrei a cercare in giro! Lo vedo già! Coca+ghiaccio+limone+occhiali da sole, seduto in un chiosco vista mare che se la mena dicendo agli amici che quando li ascoltava lui erano un’altra cosa!). Chiusa parentesi.

Questo nuovo lavoro, rispetto al precedente, allarga il proprio spettro sonoro e stilistico a policromie ispanico-carioca-pauliste e più in generale alla world music, nei confronti della quale l’asticella dell’attenzione si è decisamente alzata. Le lunghe elaborazioni strumentali che avevano caratterizzato gli inizi della band, lasciano adesso spazio con molta delicatezza al cantato e la sincronia tra basso, chitarra e batteria si fa più vivace e colorita! Un disco di velluto, a tratti a coste, i cui groove si fanno ipnotici e le melodie si fanno ricercate e immediate al tempo stesso.

L’attuale momento storico che stiamo attraversando non permetterà di poter apprezzare le nuove canzoni dal vivo fino alla prossima estate ed è davvero un peccato perché ascoltando pezzi come Time (You And I) o Pelota verrebbe subito voglia di scivolare davanti al palco e lasciarsi andare al groove.

Il tono del resto delle canzoni è in realtà molto più suadente e meditativo e brani come First Class, Father Bird, Mother Bird (unico pezzo completamente strumentale dell’album) o One To Remember, solo per citare le prime che mi sono venute in mente, sono delle vere perle di giada pregiatissima, da ascoltare e riascoltare tra luci soffuse e divanetti in pelle rossa, mentre la ragazza più sexy del locale balla da sola sotto le luci colorate della pista deserta a fine serata.

Melting-pot etnico e culturale per un disco raffinato, suonato senza virtuosismi sfrenati, che si pone senza dubbio alcuno tra le migliori uscite discografiche di questa estate 2020!

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