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Chernichov – Chernichov

2020 - Cathedral Transmissions
dark ambient

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Tracklist

1. Years - Failure
2. ???-76
3. Utopia
4. Dissipated Poets
5. Vrykolakas


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Cernichov è il nuovo progetto ambient/noise del musicista e produttore belga David Gutman (Tropic of Coldness, Drawing Virtual Gardens) e dello scrittore underground italiano Marco Mazzucchelli. Il loro primo album, omonimo e scritto come la sua pronuncia, “Cernichov”, è uscito il 4 luglio per la label indipendente Cathedral Transmissions UK in 35 copie in CDr in formato mini-LP.

Concettualmente, l’album, “Chernichov”, è semplice, e va dritto al punto: abbiamo perso l’occasione di plasmare la società che abbiamo sempre immaginato, mentre i “tempi finali”, si stanno materializzando, attraverso vari elementi di virus, e conflitti per il riscaldamento globale.

Il climax sonoro che governa l’album è sicuramente di weird&eerie, strano, inquietante e un po’ malinconico. Years-Failure probabilmente è il pezzo che meglio incarna il concept. E se non dovesse farlo, è sicuramente l’unica traccia possibile con cui aprire l’album. Strutturalmente il brano è sorretto da un’architettura sonora viscerale e imponente. È composto da giorni cancellati, spazzati quasi totalmente via dei quali non resta che un soffio, una nebulosa che confonde i ricordi e soprattutto le intenzioni.

Di ben altra andatura è УВБ-76. Il brano è un chiaro riferimento alla radio fantasma russa, detta anche The Buzzer, che da circa trentotto anni trasmette ininterrottamente un suono monotono, fastidioso e inquietante, il quale solo raramente è rotto da una voce metallica che pronuncia parole apparentemente prive di senso. Nel brano, oltre ai campionamenti prelevati dalla trasmissione di The Buzzer, sono stati inseriti degli effetti drone che rendononil pezzo denso, spettrale, strano, in grado di perforare persino un’anima nera abitutata ai suoni più dark.

Utopia è pervaso, o per meglio dire invaso, da in ronzio abrasivo che si insinua nelle pieghe più morbide del brano, aprendo lo spazio a sonorità più drone. Utopia è dolce, ma reca nelle profondità della sua stessa natura il tarlo del fallimento continuo e circolare che si instaura in un moto senza soluzione di rottura.

Le ultime due tracce sono un’ottima manifestazione del ronzio che interessa tutto l’album, definendo nuovi paesaggi sonori non esattamente rassicuranti. Dissipated Poets è un brano saturo di suoni, anzi di rumori sporchi, opprimenti che si sviluppano fino a Vrykolakas, l’ultimo pezzo, nel quale il noise si fa fastidioso, quasi claustrofobico.

Un’abbondanza di panorami oscuri e di raffinati, di contorti arrangiamenti emana un’armonia naturale dalla psiche proibita. Ogni brano si rivela in una variante della stessa identità, ma con una complessa miscela di suoni ambientali, che rappresentano oscuri paesaggi sonori, alieni e sensuali.

Il terrore si organizza nel caos.

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