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Bruce Hornsby – Non-Secure Connection

2020 - Zappo Productions
experimental

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Tracklist

1. Cleopatra Drones
2. Time, The Thief
3. Non-Secure Connection
4. The Rat King
5. My Resolve
6. Bright Star Cast
7. Shit’s Crazy Out Here
8. Anything Can Happen
9. Porn Hour
10. No Limits


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Ci sono artisti che restano ancorati ad un genere specifico per tutta la carriera, in modo tale da non correre alcun tipo di pericolo. Come fossero tanti piccoli Linus, si attaccano alla loro bella coperta azzurra per non rischiare qualche disastroso scivolone. E poi ce ne sono altri – pochi, se non pochissimi – che hanno fatto del trasformismo e dell’imprevedibilità dei veri e propri marchi di fabbrica.

Prendiamo in esame il curioso caso di  Bruce Hornsby . Negli anni ’80, in compagnia dei suoi The Range, conquista le classifiche di tutto il mondo con un singolo intitolato The Way It Is. Una canzone davvero molto bella, ancora oggi conosciuta da grandi e piccini soprattutto per la splendida parte di piano che fa da introduzione. Una hit epocale piena di pregi ma non particolarmente audace da un punto di vista prettamente artistico. È la cara, vecchia semi-ballad in chiave soft rock che piace anche ai vostri genitori: roba da Radio Capital o da compilation comprata all’Autogrill, tanto per intenderci.

Nulla di neppure lontanamente paragonabile a quanto ascolterete nei quaranta minuti di “Non-Secure Connection”: un album in cui tradizione e sperimentazione convivono e spesso si confondono tra loro, dando forma a qualcosa di tanto familiare quanto innovativo. Neanche fosse un novello Giano bifronte, il cantautore statunitense ci mostra il suo doppio volto: da un lato interprete elegante e sobrio di un folk/pop jazzato di gran gusto, con un pizzico di sapore heartland aggiunto in modo tale da evitare derive alla Sting; dall’altro intraprendente e colto esploratore delle sette note, incredibilmente a suo agio tra le melodie astratte di Porn Hour e le dissonanze inquiete di Shit’s Crazy Out Here.

L’esperienza maturata come compositore di colonne sonore – frequentissime le sue collaborazioni con Spike Lee – ha regalato a Bruce Hornsby un dono speciale: riuscire a sviluppare un’intera canzone partendo da un minuscolo spunto, il più delle volte rappresentato da una semplice sequenza di accordi. Da qui la nascita di brani estremamente diversi l’uno dall’altro. L’unico legame tra le soffici armonie di Cleopatra Drones, lo straniante senso di sospensione di Time, The Thief e la spettrale desolazione di Non-Secure Connection è il pianoforte del virtuosissimo songwriter, vera e propria spina dorsale dell’opera.

Più che una tastiera in avorio, un trampolino dal quale lanciarsi per immergersi in atmosfere in costante mutazione. Non tutte, purtroppo, riescono a essere coinvolgenti in egual misura: il pop vivace di No Limits e l’R&B sintetico di Anything Can Happen (con comparsata post mortem dell’amico Leon Russell), tanto per fare un paio di esempi, affascinano ma non conquistano – troppo “normali” per un album del genere.Si tratta comunque di un aspetto assolutamente marginale: “Non-Secure Connection” è l’ennesima sfida vinta da Bruce Hornsby, un grande vecchio che da un paio di anni a questa parte sta attraversando una seconda giovinezza.

Attenzione agli ospiti di lusso: il polistrumentista Rob Moose in The Rat King; James Mercer dei The Shins in My Resolve; Jamila Woods e Vernon Reid dei Living Colour in quella botta di funk che porta il nome di Bright Star Cast.

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