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Tricky – Fall To Pieces

2020 - False Idols / !K7
trip hop

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Tracklist

1. Thinking Of
2. Close Now
3. Running Off
4. I’m In The Doorway
5. Hate This Pain
6. Chills Me To The Bone
7. Fall Please
8. Take Me Shopping
9. Like A Stone
10. Throws Me Around
11. Vietnam


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É il 9 settembre del 2011, Toscana, provincia di Siena. Lo ricordo come fosse ieri. Non è la prima volta che vedo Tricky in concerto, ma sento che questo sarà speciale. In effetti! É lì, sul palco, di spalle, come spesso è sua consuetudine, a metà concerto fa salire sul palco molti dei ragazzi posizionati nelle prime file, una prima volta e poi una seconda qualche canzone dopo. I tipi della sicurezza sono agitati. Non sanno che fare, ma accettano, stanno al gioco! Poi sul finale eccolo, lui, Adrian Thaws in persona salta dal palco e si fa avanti tra la folla. Uno dopo l’altro abbraccia tutti quelli che gli si pongono davanti e ad un certo punto arriva davanti a me! Mi guarda, mi abbraccia! È sudato, cavolo se è sudato, ma chi se ne frega! Cazzo, è Tricky e per cinque lunghissimi (ma sempre troppo brevi) secondi rimaniamo l’uno nelle braccia dell’altro!

Ecco, adesso che è chiara la mia ammirazione, datemi un istante per riprendermi, tornare lucido e vi prometto che vengo subito alla recensione di “Fall To Pieces”, quattordicesimo disco in studio del geniaccio britannico. Uscito il 4 settembre scorso e registrato a Berlino durante gli ultimi mesi di un doloroso 2019 che per il black dandy di Bristol è stato segnato dalla scomparsa della figlia ventiquattrenne Mazy Mina, il nuovo album di Tricky è denso, oscuro, ipnotico, legato alle radici di un musicista cresciuto negli anni ‘90, ma il cui estro artistico continua a brillare ancora oggi di una intensa luce propria, “Fall To Pieces” è un lavoro che descrive gli incubi e i tormenti del suo autore.

Figlio meticcio di un’altra epoca, tra i principali esponenti della scena trip hop di allora, Tricky era e resta un riferimento importante per tutte le nuove generazioni di sperimentatori sonori. A detta dello stesso Adrian, questo nuovo lavoro suona molto più pop dei suoi predecessori, ma quando c’è di mezzo il genio del musicista di Bristol, il risultato finale non può comunque essere mai scontato e banale. E infatti non lo è.

Il Tricky style si sente in maniera inconfondibile in ogni sospiro, in ogni respiro, in ogni istante di questo album. Undici canzoni dalla durata molto breve, quasi tutte al di sotto dei tre minuti, tanto che in alcuni casi si ha quasi la sensazione di assistere ad una brusca troncatura o più probabilmente ad una precisa volontà di interrompere il percorso sonoro per poi riavviarlo con il pezzo successivo. Coadiuvato dalle voci femminili di Marta Zlakowska e di Oh Land, le tracce di questo album variano tra sonorità più pop come in Thinking Of, Running Off e Fall Please, a cadenze più ipnotiche e sinistre come in I’m In The Doorway, Chills To The Bone, Like A Stone, Throws Me Around e soprattutto nella conclusiva Vietnam, pezzo definitivo, intimo, che chiude l’intero album.

Non mancano forti richiami agli anni ’90 come in Hate This Pain e Take Me Shopping, giusto per rendere ancor più completo il quadro d’insieme. La sensazione è che quello appena ascoltato sia un disco che non alza l’asticella qualitativa della produzione discografica di Tricky e certamente non fa gridare né al miracolo né al capolavoro, ma senza dubbio un altro importante e significativo capitolo alla storia di questo geniale ricercatore di suoni è stato aggiunto. Un album incentrato sul rapporto tra voce e musica, da ascoltarsi di notte, in una stanza illuminata da un’unica e debole luce posta nell’angolo più lontano da noi.

Forse non siamo di fronte al miglior Tricky, su questo siamo d’accordo, ma la vena artistica è ancora bella pulsante e lontanissima dall’essere considerata al suo canto del cigno. Il 27 febbraio 2021 sarà ai Magazzini Generali di Milano per la sua unica data italiana! Alzi la mano chi proverà in tutti modi ad esserci. Io le ho già alzate tutte e due!

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