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Collars – Tracoma

2020 - Karma Conspiracy Records
post-metal / post-hc

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Tracklist

1. Osmio
2. Vertebra
3. Spira
4. Livido
5. Cumuli
6. Lautrèamont


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Due delle formazioni più interessanti del sottosuolo underground italico, più precisamente bolognese, uniscono le loro forze, nello specifico Enrico Baraldi e Davide Gherardi degli Ornaments ed il duo math dei Nadsat, indentificato nelle persone di Michele Malaguti ed Alberto Balboni.

L’universo musicale dipinto dai sei brani di “Tracoma” dei Collars, questo il nome scelto per questa nuova avventura, è quello in veste strumentale di quel gran contenitore del post- in tutte le sue varie declinazioni, dal rock (poco ad onor del vero), passando per l’hardcore fino ad arrivare al meta. Il risultato finale non si discosta molto dal suono cinematico ed evocativo degli Ornaments, piuttosto che a quello più schizofrenico  e spigoloso dei Nadsat. Guardando la copertina l’idea che mi sono fatto è che poi ascoltando il disco mi sarei trovato di fronte ad una tempesta, ed effettivamente la musica che ne esce potrebbe effettivamente descrivere e far da colonna sonora ad una calamità naturale di questo tipo.

Registrato dallo stesso Enrico Baraldi al Vacuum Studio di Bologna, in Tracoma” si trovano atmosfere dilatate in crescendo, fino ad arrivare a vere proprie esplosioni sonore insieme a momenti più riflessivi e ragionati con chitarre a volte eteree, altre inquietanti. I Collars sono musicisti dotati e con tanta esperienza alle spalle, e ciò lo si denota dalle capacità di arrangiare e di scrivere del quartetto, che riesce nonostante la lunghezza media dei brani in generale a non appesantire mai l’ascolto.

Il vero valore aggiunto di questo lavoro credo che stia tutto nella qualità delle tracce che lo compongono, tutte sopra la media dal punto di vista compositivo, e qui una parentesi mi sento di aprirla. Oggi tanti dischi etichettati come post-metal, post-hc o post-rock suonano uguali dalla prima all’ultima canzone, oppure ricordano altri lavori giù usciti, nel senso che le strade sono più o meno già state battute tutte, quindi anche se si tratta di un genere che permette di esplorare più di altri, necessariamente oggi si segue spesso se non sempre la via già percorsa da altre band, o comunque un determinato canovaccio ormai trito e ritrito. Insomma ok, l’originalità o l’innovazione non è richiesta per forza, ma per far sì che l’attenzione all’ascolto non sia compromessa, almeno ci si sforzi di scrivere cercando di essere il più personali ed accattivanti possibile, ed in questo i Collars con “Tracoma” sono davvero promossi a pienissimi voti. Certo, i riferimenti musicali ci sono e si sentono chiaramente anche qui, ma è inutile elencare i soliti grandi nomi che hanno fatto scuola e dai quali ci si è ispirati, soprattutto se mi infili jolly come l’apripista Osmio o il crescendo di Livido, la sinistra Cumuli, dove si sentono forse in parte più le radici musicali dei Nadsat, o la finale e bellissima quasi epica Lautrèamont…

Non rimane che dire: continuate per la vostra strada ragazzi, non vedo l’ora di ascoltare un seguito di questo buonissimo esordio, che risulta sicuramente uno dei migliori dischi italiani del 2020.

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