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L.A. Witch – Play With Fire

2020 - Suicide Squeeze Records
garage rock

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Sade Sanchez (chitarra, voce), Irita Pai (basso) ed Ellie English (batteria), in arte L.A. Witch, ci stupirono nel 2017 con uno dei debutti garage-rock più convincenti degli ultimi anni, ipnotizzando anche il più scettico degli ascoltatori con quello che le stesse definiscono “reverb-soaked punked-out rock”.

Forti di qualche tournée a fianco di The Kills, Uncle Acid e The Coathangers, le tre streghe di Los Angeles tornano a farsi sentire nel 2020 con un secondo LP, “Play With Fire“, registrato ai Valentine Recording Studios della City of Flowers and Sunshine per Suicide Squeeze Records.

Le riverberate surf e le pugnalate fuzz dell’opener Fire Starter ci mettono subito in guardia sull’attitudine del disco: pandemia o meno, le L.A. Witch ci invitano a prendere un rischio, a giocare col fuoco, anche se dovesse causare qualche piccola bruciatura. Un messaggio ambiguo, ma non certo inaspettato per le “daughters of the witches you couldn’t burn”.

Tra gli episodi più intriganti di questo “Play With Fire” troviamo sicuramente Dark Horse, potenziale colonna sonora per l’ultimo film di Tarantino, con intriganti cambi di tempo ed atmosfere spagnoleggianti, e Maybe The Weather, una badilata d’acqua fresca sotto il torrido sole della Death Valley, costruita intorno a distesi riverberi e desertiche percussioni. L’irresistibile riff a sei corde di I Wanna Lose mantiene alti i livelli di allucinazione, invitandoci ancora una volta a lasciarci andare alla magia della sempre influentissima Hope Sandoval (Mazzy Star). Parlando di attitudine revivalista, aspettate poi di sentire la svogliatezza tutta Black Angels dell’ottima Gen Z, l’energia motorik dell’incendiaria True Believers (che riempirebbe di gioia Ty Segall) o ancora le plettrate alla Dinosaur Jr. di Sexorexia, parentesi alternativa decisamente insapettata di questo “Play With Fire“.

Proprio come nel debutto omonimo, le L.A. Witch riescono ancora una volta a condensare in neanche mezz’ora più di trent’anni di musica rock, facendo proprie le lezioni di mostri sacri quali Stooges, Cramps e Gun Club. Un’operazione che ha dell’incredibile, “stregoneria” direbbero alcuni. Buonissima seconda prova e potenziale disco garage-rock dell’anno.

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