Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Kilter – Axiom

2020 - ALTER-NATIV
jazz / metal

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Ax & Spear
2. Beasts Of Summation (Intro)
3. Out Of Kilter
4. Beasts Of Summation (Outro)
5. New Sun
6. Vandermeer
7. From The Caves of Quram
8. Detention
9. Kafkanated  
10. Pluto Is Not Just Rock
11. Pitiless Garment
12. Mover S Acid                                                                       
13. Behind Your Door
14. Spherical Bastard   


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Differenziarsi dai canoni tipici del metal è impresa ardua ma non impossibile. Nel jazz metal dei Kilter c’è una principio di fondamentale importanza: l’assioma dello sperimentalismo tra generi musicali per pochi eletti. “Axiom” è il nuovo album del trio americano Kilter, pubblicato dalla label Alter-Nativ. Quattordici brani di fusione tra musicalità apparentemente contrastanti tra loro, ma incredibilmente coniugabili.

Diciamocela tutta, jazz e metal non vanno proprio a braccetto. Eppure questo trio newyorkese, composto dal bassista Laurent David, dal drummer Kenny Grohowski (membro anche degli Imperial Triumphant) e dal sassofonista Ed Rosenberg III, sembra davvero intenzionato a lasciare il segno con un progetto discografico di avant-garde metal. Gli esordi del trio Kilter, di base a Brooklyn, risalgono al recente 2018, con il rilascio di un EP omonimo. Poca discografia alle loro spalle ma tanta autonomia produttiva e smania di sperimentalismo nelle vene.

Ax & Spear è una presentazione ruvida. La track fa da abstract ad un album intenso. Qui ci sono tutti i tasselli di un mosaico confusionale e fascinoso. Ai confini del brano full lenght, il crash non incidentale tra chitarre distorte e drum caotiche in sottofondo genera 4 minuti di “pure experimental”. In Out of Kilter il sassofono padroneggia. Dirige l’andamento delle chitarre e (al contempo) la modulazione del rage nel canto del vocalist. È una presenza acustica che “si metallizza”, superando i confini del jazz.

From The Caves of Quram è una sequenza di note più spuria, dove è possibile focalizzare in modo distinto le principali componenti strumentali dell’album. Lì, dove un ignoto beduino ha trovato (per caso) i famosi “manoscritti del Mar Morto”, sembra di ascoltare una suite improvvisata, una fusione momentanea di due band che si sono esibite nella stessa serata. Il sax continua a soffiare tonalità basse, con un’intonazione grave da semi-baritono. Spherical Bastards fa concludere l’assioma con un arrivederci sonoro perfetto per un palcoscenico minimale. L’assolo della chitarra al minuto 2.20 galvanizza il pubblico immaginario che si lascia trascinare in un mood dolcemente confusionale.   

Nel primo lavoro in studio dei Kilter il gusto per il grezzo è curato nei particolari, dettagliato e armonizzato. “Kilter” significa proprio “out of harmony or balance” (fuori dall’armonia e dal bilanciamento). Si vola senza equilibrio, lasciando che il sound appaia quasi instrumental. A differenza dello stile delle altre band jazz metal (vedi White Ward, Altesia e Cynic), i Kilter fanno della loro componente weird il vero senso di un progetto discografico sperimentale. I multigeneri che coabitano in “Axiom” sono gli stessi che possiamo trovare nel background dei club newyorkesi. Quei palcoscenici da sottoscala, intimi e già proiettati verso il domani della musica.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni