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Metz – Atlas Vending

2020 - Sub Pop
noise rock / post punk

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Tracklist

1. Pulse
2. Blind Youth Industrial Park
3. The Mirror
4. No Ceiling
5. Hail Taxi
6. Draw Us In
7. Sugar Pill
8. Framed By The Comets Tail
9.Parasite
10. A Boat To Drown In


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Quando il nome del terzetto canadese iniziò a circolare, ricordo come in molti, non abbiano esitato ad appioppargli l’ingombrante etichetta di “Nirvana se il loro singolo di punta fosse stato Territorial Pissings anziché Teen Spirit“. Dopo avere fatto recapitare ai sostenitori di tale tesi, una lapide in marmo di Carrara con sopra inciso: “NON DIRE CAZZATE!”, tramite quel bel dischetto che era e rimane “II”, i ragazzi hanno spremuto tutto il proprio amore per il noise, supervisionati dal cipiglio rapace di Steve Albini, cavandone fuori l’ottimo Strange Peace. Doppia razione di pacche sulla spalla per avere nel frattempo prestato distorsioni e riverberi ai cupi scenari dei Dälek.

L’uscita di A Boat To Drown In ha lasciato presagire buone nuove: affilata quanto basta per farti sanguinare anche solo sfiorandola, dilatata e avvolgente in odor di shoegaze. A occuparsi dei suoni stavolta troviamo Ben Greenberg degli Uniform, abilissimo nell’amministrare il subdolo senso della melodia di Edkins. Le nuove canzoni ci mettono magari un attimo di più ad arrivarti ma quando lo fanno, togliersele dalla testa non è così semplice. “Atlas Vending” è un po’ come un ragù preparato a regola d’arte: lo zucchero c’è ma non disturba, assolve al proprio compito senza entrare in contrasto con gli ingredienti principali, mitigandone al contempo l’acidità di fondo.

Obliquo e roboante, lo stomp di Pulse ci accoglie con una lentezza degna dei Melvins, prima di scaraventarci tra le braccia di una Gorgone furiosa, con in testa cavi elettrici rigorosamente scoperti, al posto dei canonici serpenti. L’orecchiabilità di Blind Youth Industrial Park viene trattenuta per la maglia da Menzies e Slorach, che pestano come se da questo dipendesse la loro stessa vita, impedendole di entrare in area e andare facilmente a segno. No Ceiling ha tutta l’aria di un tentativo, peraltro riuscito piuttosto bene, di racchiudere in un minuto e mezzo l’essenza vitale del punk melodico. Su Hail Taxi  ogni membro del gruppo coglie la propria occasione per essere protagonista, The Mirror  è un trionfo di ritmo e schitarrate, Framed By The Comets Tail dimostra come i tre sappiano costruire pezzi efficaci anche suonando molto e sferragliando poco. 

Come una colata lavica in seguito a un’eruzione, l’istintività genuinamente hardcore dei METZ è ben lungi dall’essere evaporata ma, raffreddatasi e resasi malleabile, ha potuto essere modellata in nuove forme. Un disco che tende a crescere ascolto dopo ascolto e a cui, se proprio volessimo trovare un difetto, potremmo indicarlo nel fatto che al momento di premere play, sai già quanto trascinante sarà la fuga trasognata di A Boat To Drown In

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