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Future Islands – As Long As You Are

2020 - 4AD
indie / synthpop

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Tracklist

01. Glada
02. For Sure
03. Born In A War
04. I Knew You
05. City's Face
06. Waking
07. The Painter
08. Plastic Beach
09. Moonlight
10. Thrill
11. Hit The Coast


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Spent a lifetime in the mirror
Picking apart what I couldn’t change
But I saw my mother, my father, my brother
In my face

Quella dei Future Islands è una parabola piuttosto anormale: più di una decade fa il debutto in sordina (“Wave Like Home” nel 2008), poi due ottimi album, passati tuttavia relativamente inosservati (“In Evening Air” nel 2010 e “On the Water” nel 2011), infine il successo virale, arrivato nel 2014 grazie ad una memorabile performance del brano Seasons (Waiting For You) all’iconico Late Show with David Letterman. Le movenze atipiche ed irresistibili di frotman Samuel T. Herring stregarono l’attenzione del web accomodando il quartetto di Baltimora sotto una marea di riflettori. L’improvvisa pressione commerciale inficiò però la riuscita del loro successivo lavoro (“The Far Field” nel 2017), scritto in soli due mesi dopo due anni di tour intensivo per la promozione del vendutissimo “Singles“. Tre anni di silenzio ed eccoci al momento della verità: riusciranno i Future Islands a reclamare lo status di sensazione synth-pop degli anni Dieci?

In questa sesta prova, sempre per l’inglese 4AD Records, i Future Islands decidono di non regalarci nulla di nuovo dal punto di vista musicale, ma perseverare nel processo di polishing del suono e dei testi cominciato nel 2014 con “Singles”, considerato ancora oggi da pubblico e critica come il loro masterpiece. “As Long As You Are” ci ripropone dunque il “solito” distillato pop sintetico e sentimentale, sempre più figlio degli anni Ottanta e sempre più lontano dalle origini electro-punk della band. Il risultato è un album fresco, maturo ed onesto, che scorre liscio come l’olio, riflesso forse della ritrovata confiance della band.

L’opener Glada ci colpisce subito con distesi respiri sinetici e domandoni esistenziali (“Who am I? / Why do I deserve the sea again? / After all I’ve done / And finding love in the end”), ripresi poi nella ben più movimentata Waking (“I’ve been sitting here thinking / What’s my purpose? / What’s the meaning?”). D’obbligo qui menzionare il bassista William Cashion, che brilla di luce propria in diversi momenti del disco, da Born in a War a Moonlight, una fragile ninna nanna che vede Samuel T. Herring mettersi a nudo per davvero (“Here’s my heart / Don’t break it”). For Sure ci trascina sul dancefloor alla maniera di Seasons (Waiting For You), mentre la poesia urbana di City’s Face ci culla toccando nuovi apici di scrittura (bellissimo il verso “It’s so strange, how a person can change a city’s face”).

Grossolanamente parlando, esistono due tipi di band: quelle che scelgono di vivere in uno stadio di continuo mutamento e quelle che decidono invece di tenersi strette le proprie carte (qualcuno direbbe “…e poi esistono i Radiohead”). I Future Islands appartengono senza ombra di dubbio alla seconda categoria, in linea con altre grosse realtà pop ed indie-rock contemporanee (si pensi ai concittadini Beach House o ai War On Drugs). “As Long As You Are” non è dunque un’evoluzione, quanto più una sublimazione, quella del più esistenzialista e melodrammatico dei mondi possibili.

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