Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Clipping. – Visions Of Body Being Burned

2020 - Sub Pop
alternative rap

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Intro
2. Say The Name
3. Wytchboard (Interlude)
4. 96 Neve Campbell (feat. Cam & China)
5. Something Underneath
6. Make Them Dead
7. She Bad
8. Invocation (Interludi) (with Greg Stuart)
9. Pain Everyday (with Michael Esposito)
10. Check The Lock
11. Looking Like Meat (feat. Ho99o9)
12. Drove (Interlude)
13. Eaten Alive (with Jeff Parker & Ted Byrnes)
14. Body For The Pile (with Sickness)
15. Enlacing
16. Secret Piece


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Sempre più in simbiosi con le dinamiche cinematografiche, i Clipping. rilasciano un vero e proprio sequel dell’eccellente There Existed An Addiction To Blood. Ancora una volta storytelling sistematico, con l’intenzione di affrontare tematiche attuali e spinose, attraverso allegorie thriller/horror. Say The Name, cui è spettato l’importante compito di trailer, lasciava ben sperare: una decisa sterzata in prossimità dell’hip hop più canonico, con la sua perfetta quadratura ritmica e la citazione di un classico dei Geto Boys. La fronte ha però iniziato ad aggrottarsi davanti a 96 Neve Campbell: l’ottimo rhyming delle ospiti Cam & China, intente a dispensare calci nel fondoschiena allo psicopatico di turno, poggia su un’idea inspiegabilmente scarica e banalotta.

La chimica di Snipes e Hutson, in bilico tra avanguardia e clubbing dal giorno zero, mostra il fianco per la prima volta. Da un lato l’inconsistenza degli innesti free jazz, di cui né il sassofono stridente di She Bad, annegato in un’organizzazione dei rumori che inizia a sapere di già sentito, né la partecipazione di musicisti di livello come Jeff Parker e Ted Byrnes, relegati a mero sottofondo, riescono a rendere la forza propulsiva e immaginifica. Dall’altro l’affiorare di una pericolosissima autoindulgenza, tanto che i propositi omicidi di Make Them Dead, sembrano aver fatto ricadere la scelta dell’arma sulla noia.

Lasciato solo a sobbarcarsi l’intera durata di pezzi senza batteria o quasi, anche l’extrabeat di Daveed Diggs pare entrato in una fase calante dato che, come molti guitar hero ci insegnano, lo sfoggio di tecnica privo d’intento comunicativo, non può che scadere nell’onanismo puro. Eppure, qualcosa si muove: Pain Everyday  è un gustosissimo frullato di ambient e breakbeat, dalla joint venture con gli Ho99o9 nasce un pezzo divertente e abrasivo. Peccato per Enlacing chevorrebbe cedere a tentazioni danzerecce, ma non riesce ad essere abbastanza disinibitamente cafona per risultare convincente.

Come spesso accade, la voglia di strafare si è rivelata pessima consigliera e inutile fardello. Primo colpo a vuoto della formazione californiana, a “Visions Of Body Being Burned” non rimane che andare a ingrossare le già interminabili fila, alla voce: “Seguiti di cui avremmo fatto volentieri a meno”.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni