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Anaal Nathrakh – Endarkenment

2020 - Metal Blade Records
blackened death metal

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Tracklist

1. Endarkenment
2. Thus, Always, To Tyrants
3. The Age Of Starlight Ends
4. Libidinous (A Pig With Cocks In Its Eyes)
5. Beyond Words
6. Feeding The Death Machine
7. Create Art, Though The World May Perish
8. Singularity
9. Punish Them
10. Requiem


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Prima che andiate a pigiare il tasto play, voglio darvi un piccolo avvertimento: turatevi il naso. Sui quarantuno minuti di “Endarkenment”, undicesima fatica in studio dei britannici Anaal Nathrakh, aleggia infatti un insopportabile fetore di morte. Nonostante i sempre più frequenti passaggi melodici, i miasmi black e le esalazioni grindcore continuano a rendere pressoché irrespirabile l’aria che avvolge la particolare variante di death metal proposta dal duo Dave Hunt/Mick Kenney.

La maturità non ha intaccato minimamente il sound frenetico e vigoroso di questa immarcescibile coppia, sulle scene da ormai più di vent’anni. Eppure, tra blast beat massacranti e riffing serratissimo, si infiltrano come spiragli di luce dei ritornelli morbosamente orecchiabili, intrisi di atmosfere ultra-epiche forse mediate dalla tradizione della NWOBHM.

La fulminante title track è uno dei migliori esempi di questo quasi impercettibile cambio di rotta da parte degli Anaal Nathrakh. Un approccio se volete più snello alle sonorità death/black per un impatto che resta comunque devastante dal primo all’ultimo secondo dell’opera. Rispetto al passato le strutture dei brani risultano essere maggiormente definite e ordinate; il tutto scorre fluido e veloce, quasi fosse un fiume di lava che si insinua tra le orecchie degli ascoltatori.

I cinque treni impazziti che rispondono ai titoli di The Age Of Starlight Ends, Libidinous (A Pig With Cocks In Its Eyes), Feeding The Death Machine, Create Art, Though The World May Perish e Requiem rappresentano il cuore e l’anima dell’intero “Endarkenment”. A muovere queste tracce non è la classica furia cieca e distruttrice dei Nostri, bensì una passione bruciante che letteralmente esplode nei refrain cantati a pieni polmoni da Hunt.

Per fortuna ci sono queste brevi parentesi di umanità a ricordarci che gli Anaal Nathrakh non sono esclusivamente delle macchine da guerra. Il resto dell’album segue in gran parte percorsi decisamente più estremi, con una serie impressionante di bombe a mano destinate a spaccare numerose ossa in sede live. Ai buongustai consiglio le possenti, caotiche e maligne Thus, Always, To Tyrants, Beyond Words, Singularity e Punish Them. Una volta terminato il disco, lasciate le finestre di casa aperte per far uscire le infernali zaffate di zolfo.

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