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Interviste

I valori non muoiono mai: Earthfall e Lastbreath riaccendono la torcia della scena hardcore italiana

Una collaborazione, una visione di intenti comune, ma soprattutto un legame che riflette quanto di straordinario si sta svolgendo in Sardegna, nuova Mecca di una scena hardcore dai connotati internazionali ma capace di abbracciare le dinamiche – e l’orgoglio – local.

Esce domani per la londinese Mark My Words Records lo split sei tracce concepito da due dei migliori act in territorio heavy hardcore, Lastbreath ed Earthfall. I primi, formazione cagliaritana che sposa le sonorità in primis di una band cardine come i Lionheart, i secondi, figli della scuola di fine anni ’90, e di gruppi come Arkangel e della scuola edge metal, provenienti invece da Sassari. Una manciata di brani, ma l’invettiva giusta per portare alta una bandiera di valori, una torcia di continuità che vede proprio l’isola-madre come luogo di rinascita e di prosecuzione di un mentalità dedita al d.i.y., al live come occasione di ritrovo e alla “fratellanza” nel senso più ampio e romantico del termine.

Ve lo presentiamo di seguito in anteprima assoluta, buon ascolto!

Abbiamo inoltre colto l’occasione per scambiare qualche parola con Leonardo, chitarra e seconda voce dei Lastbreath, e Renato, cantante degli Earthfall, per andare insieme dietro le quinte di questa release importantissima per ciò che l’hardcore rappresenta oggi sull’isola e nel continente in generale.

Partiamo dal titolo di questo split che vi vede collaborare insieme per la prima volta. Quali sono, dal vostro punto di vista, i valori, gli ideali che non muoiono mai?

(Renato): Citando Rick Ta Life potrei dire (sorridendo): “friendship, loyalty, commitment”, e per quanto abusate queste parole, banalizzate se vogliamo, restano un buon punto di partenza per riflettere ancora oggi su quanto sia importante la relazione con gli altri e il mondo che ci circonda. “Commitment” in primis rappresenta ancora oggi il bisogno fortissimo che questa scena e questa società hanno della relazione d’aiuto e di supporto, della responsabilità della quale ci dobbiamo far carico nel momento in cui riconosciamo alla parola responsabilità il valore etimologico del termine cioè “respondere” alle richieste d’aiuto, di supporto, in un meccanismo che ci aiuta a non sentirci soli e ci permette di far crescere questa scena e il mondo di  cui facciamo parte. A tal proposito, ringraziamo ora più che mai chi si è impegnato nel tempo per noi, chi ha supportato attivamente i nostri progetti presenti e passati e chi si impegna a diffondere una cultura del “commitment” che vuole abbracciare chi sta male, chi ha paura, chi è solo, chi sta iniziando oggi a far musica , chi ancora ha bisogno di avere uno  spazio in cui poter dire qualcosa.

Earthfall e Lastbreath vengono da due scuole di hardcore differenti ma unite nel voler dimostrare il proprio attaccamento a questo genere ma, in maniera più ampia, a tutta una cultura underground. Cosa vi ha portati a collaborare per la release di “ValuesNeverDie”?

(Leonardo): La collaborazione è nata in maniera molto spontanea. Abbiamo un legame di conoscenza e rispetto reciproco che ormai dura da qualche anno (per alcuni di noi addirittura decennale) e, dopo svariate connessioni e collaborazioni, il desiderio di fare una release in combo è venuto da sé. Il concetto nasce anche dal profondo desiderio di entrambe le band di voler creare un prodotto che potesse “suggellare” un legame tra nord e sud dell’isola, a testimonianza che l’unione fa la forza, sempre, soprattutto in momento storico come quello che stiamo vivendo, dove fin troppi ostacoli rischiano di minare quel barlume di umanità e calore che persiste nel sottobosco undergorund. Riunire le forze, energie e attitudini per riuscire a creare non solo un prodotto solido, ma soprattutto sentirci uniti e creare una squadra, a prescindere dalle scuole e dalle barriere dei generi da cui proveniamo; pensiamo che questi argomenti siano le basi e i benefici della cultura in sé e gli stimoli giusti per la collaborazione non solo attorno allosplit, ma pure per quanto riguarda i featuring – di questi tempi “utopici” in sede live – e in questo caso, per la perfetta riuscita di “ValuesNeverDie”.

Earthfall – Photo: Anima Mundi

Lo split uscirà domani per la londinese Mark My Words Records. Come si è sviluppato il rapporto con questa label e come avete lavorato, nel corso dei mesi ai vostri rispettivi brani?

(Renato): La Mark My Words Records volle fortemente produrre  il nostro cd Flag Of Mourning dopo l’uscita del nostro 7” per la Bound By Modern Age Records,  e da allora con Patrick (deus ex machina dell’etichetta) è nato un bellissimo rapporto che a oggi continua. Quando ha saputo che avevamo del nuovo materiale ci ha subito detto che ci avrebbe voluto produrre. Come si sarà capito (anche dai miei precedenti progetti) io tendenzialmente cerco di includere sempre gli amici in quello che faccio, e per fortuna questa linea è condivisa nella band e su questo pensiero è nata l’esigenza di includere i Lastbreath vista l’amicizia che ci lega. Patrick non li conosceva ed in genere non è molto avvezzo al sound made in L.A., ma dopo aver letto i loro testi ed averli ascoltati si è convinto della loro qualità. Rispetto ai brani devo dire che siamo, per certi aspetti, molto produttivi e su altri molto più morbidi: dipende tutto dai nostri ritmi, abbiamo più o meno tutti impegni importanti a livello lavorativo e familiare e quindi sappiamo che ci sono mesi in cui non riusciremo a produrre e altri in cui andiamo a bomba. Per ora è molto complicato avere scadenze, ma di sicuro il nuovo sound più maturo e pesante ci appartiene maggiormente.

La copertina del sei tracce, realizzata da Francesco Curreli aka ISLTN, dimostra dei tratti prettamente old school. Come vi sentiti rappresentati da una certa cultura del passato, e quanto impatto può avere il vostro approccio come singoli Earthfall e Lastbreath alla scena isolana e italiana?

(Leonardo): La copertina rappresenta a pieno ciò che nel disco si puó percepire. Personalmente, siamo tutti parecchio eclettici per quanto riguarda le influenze e gli ascolti, anche in materia di hardcore a tuttotondo, anche se sono innegabili le influenze vecchia scuola, che essa sia di matrice metal-edge o di punk-hardcore tout court (ognuno dei membri delle band è innegabile che abbia il suo personale arsenale di album old school alle spalle), presenti nei pezzi. I breakdown dritti e punitivi ne sono la prima avvisaglia, così come altri classici elementi immancabili. Ma l’idea è sempre di cercare di dare uno spunto in più e, nei limiti della coerenza, cercare di arricchire il nostro sound release dopo release, per non rimanere fossilizzati a una polverosa concezione del genere. Come già in “Thousand Traitors”, per esempio, potrete avvertire piccoli riferimenti alla cultura hip-hop, la quale abbiamo sempre ritenuto a pari passo con l’hardcore: stessi valori, stessa attitudine, stessa rabbia, sempre e solo la cruda verità del mondo ormai al collasso. Earthfall e Lastbreath sono sì, due scuole differenti di hardcore, ma sicuramente legate da un fil rouge ideologico e attitudinale che trascende il lato musicale.

Lastbreath

Una domanda più diretta a Renato: quanto può essere importante, in un periodo di incertezza come questo, potersi aggrappare a dei valori specifici – nel caso degli Earthfall, la cultura straight edge – ? Dal tuo punto di vista, quanto può ancora essere importante un determinato tipo di messaggio all’interno del circuito hardcore?

(Renato): Devo fare l’ennesima puntualizzazione:  non siamo una band vegan edge. Alcuni in Germania e in Giappone, ad esempio, ancora ci considerano una band xvx ma stiamo sempre attenti a specificare che non lo siamo. Io e Gabriele (che ci sta dando una mano ultimamente) siamo vegan straight edge, poi abbiamo due vegetariani (Tom e Alberto), e infine Delio, che è un professore di tedesco amico dei Rammstein, il che lo rende intoccabile a prescindere dalle sue scelte (ride, ndr). Oggi ho 40 anni e circa 17 anni fa mi feci le prime x nelle mani: ho visto tante cose cambiare, sia in Italia che in Europa, così come negli Usa, e sono arrivato alla conclusione che sinceramente la cultura straight edge ha un valore non nelle sue pseudo regole da seguire come molti intendono, ma bensì nella coscienza politica che permette di sviluppare e alle quali si associa. Ritornando alla tua domanda, la cultura straight edge ha valore se il contesto in cui si esprime ha valore. Puoi non bere, non drogarti e farti le x ma essere un repubblicano pro Trump? Se la tua risposta è “sì”, per me essere straight edge è una cosa diversa. Ti fai le x e credi che gli omosessuali non debbano avere i tuoi stessi diritti? Di nuovo, per me è qualcosa di diverso se tu sei contrario alla parità e all’uguaglianza. Da questo punto di vista alcune scene musicali del passato sono state ambigue relativamente a determinate tematiche, sia in Italia che negli Stati Uniti. Per questo oggi avrebbe senso più che mai non scindere la lucidità fisica da quella morale. Io personalmente sento il bisogno di stare bene e sapere che i ragazzi che ascoltano le nostre canzoni capiscano che quello che conta è stare vicini al prossimo. Continuo a credere che restare lucidi sia una grande arma di difesa.

Presentateci le vostre tracce e i testi che le accompagnano. Cosa volete far passare, attraverso la vostra musica e le vostre parole, agli ascoltatori che si approcceranno a “Values Never Die”?

(Leonardo): In ognuna delle tracce che compongono lo split abbiamo cercato di evocare un concept e un impatto sonoro più crudo del solito, anche toccando tematicamente un tasto attualissimo: la consapevolezza d’essere carnefici e testimoni del declino del mondo. Abbiamo sempre cercato di sensibilizzare con questo argomento le persone durante i nostri live ma ora più che mai, vista l’ipocrisia che ci circonda, sentivamo la necessità di marchiare a fuoco la nostra posizione a riguardo. La triste realtà é che tantissimi vivono la propria vita all’insegna dell’opaca posizione del “tanto io non ci posso far nulla”, ma ogni giorno noi siamo responsabili, anche attraverso piccoli gesti, dell’avvenire del posto che, seppur impropriamente, chiamiamo casa. Il nostro vuole essere l’urlo di dolore, il rovesciamento del vaso di Pandora. Nessuno escluso, tutti dobbiamo giocare il nostro ruolo affinché la nostra casa non bruci sotto l’egida ignoranza e la brutalità da noi stessi generata.

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