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Pallbearer – Forgotten Days

2020 - Nuclear Blast
doom metal

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Tracklist

1. Forgotten Days
2. Riverbed
3. Stasis
4. Silver Wings
5. The Quicksand Of Existing
6. Vengeance & Ruination
7. Rite Of Passage
8. Caledonia


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I Pallbearer non potevano scegliere un periodo migliore per presentare il loro nuovodisco che si candida come la colonna sonora perfetta per questo triste, grigio ed anomalo autunno.Sorta di ponte ideale tra le atmosfere doom-metal di tradizione (nord)europea e quelle americane, Il gruppo di Little Rock, pur non stravolgendo il proprio sound, ritrova una pesantezza nei suoni che rende “Forgotten Days” alquanto distante dal precedente lavoro.

La riconoscibilissima mano di Randall Dunn (che subentra a Joe Barresidietro al mixer)lascia da parte la pulizia quasi tooliana del precedente Heartless e si muove su territori più estremi, tanto che il suono delle chitarre ritmiche si avvicina pericolosamente a quello dei Sunn O))). Una scelta questa che dona un feel sonoro più americano (Goatsnake, Yob) alla musica dei Pallbearer che tuttavia mantiene intatta l’atmosfera decadente e tragica tipica delle band inglesi e scandinave.

Esempi perfetti sono le due tracce di apertura del disco, che oscillano tra le pesantezze sludge della title track e riff alla Paradise Lost (la successiva Riverbed le cui melodie vocali ricordano addirittura i Ghost più cupi) il tutto impreziosito dagli inserti psichedelici che sono da sempre un marchio di fabbrica dei Pallbearer. Se Stasis porta la band in un’ottica cara ai Torche con un brano pesante, melodico e diretto, i quasi tredici minuti della successiva Silver Wings sono un viaggio emozionante e multicolore. Sorta di suite che mescola Sabbath, aperture floydiane e persino momenti di musica cosmica, il brano è senza alcun dubbio l’apice del disco con il suo assolo finale intriso di tristezza a chiudere la prima metà di “Forgotten Days“.

Il lato B ha una struttura simile con brani compatti e dal sapore di doom più classico come The Quicksand Of Existence e Rites Of Passage nei quali si inserisce la più progressiva Vengeance & Ruination, mentre la chiusura è affidata Caledonia, triste epitaffio dalle atmosfere settantiane.

In un genere spesso conservatore come il doom metal, “Forgotten Days” ci ricorda ancora una volta che poche band sono riuscite ultimamente a costruire un suono personale ed efficace come i Pallbearer.

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