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Lovve – After The Rain The Sun Comes Out

2020 - Lixiviat Records
powerviolence / hardcore / grind

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Tracklist

1. After the rain the sun comes out
2. Good weather never lasts
3. So many bills
4. Darck circles
5. Cerebellum
6. Cognitive Dissonance
7. Sink or swim
8. Empty
9. The Wrong target
10. Red sun
11. Gimme lies or truth
12. Against me


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What’s the matter with powerviolence in Europe today? La risposta ce la danno i francesi Lovve, al loro secondo disco, un lavoro che rispecchia purtroppo, nella sua integrità, ciò che sta avvenendo, su scala mondiale, a questo genere.  

Più monotono rispetto al disco di debutto, intitolato “Povverviolence”, più delineato sulla scia americana di bands americane che non sono per nulla powerviolence, questo “After The Rain The Sun Comes Out” (uscito per la connazionale Lixiviat Records, etichetta che ha titoli davvero interessanti) rappresenta sostanzialmente una manciata di pezzi suonati bene, per carità, ma che non hanno letteralmente alcun impatto.

Il powerviolence deve scioccare, oltre che portare un messaggio. Deve scolpire nella memoria del proprio pubblico concetti ben chiari, sentimenti di repulsione e distacco, deve essere foriero di pacifismo e impegno politico. I Lovve suonano bene, per carità, ma con l’attitudine punk degli inizi dei 2000 hanno ben poco da spartire.

“After The Rain The Sun Comes Out” è un disco azzimato e che rimane in qualche modo incompleto, nonostante abbia le carte in regola per, come si dice in gergo, “spaccare”. Ha i blastbeat, ha gli urloni, forse si sofferma troppo poco sui fischi, ma poco importa. Ha la velocità, ha gli stop’n’go e fino a qui tutto bene, è un disco hardcore come tanti ne sono usciti e come tantissimi ne verranno pubblicati ancora, si spera. Ma manca di carattere.

Solo Cerebellum e Cognitive dissonance passano l’esame, ma davvero, non riesco a trovare nulla di apocalittico o arrendevole, al suo interno. E questo non è certo un biglietto da visita favorevole. Forse l’errore più grande dei gruppi powerviolence della cosiddetta “nuova leva” è il cercare di ricalcare per filo e per segno gestualità e attitudine dei gruppi made in USA che, partendo da una base d’esordio grind o ultracore hanno, col passare del tempo, smussato i propri angoli sonori, riducendo la loro produzione ad un banale hardcore metallico e molto poco old school.

Cantare testi come “What we do will haunt us What we face up disappear Too much violence and nightmares I hope we’ll keep our eyes” non basta, come non è sufficiente rimanere sotto il minuto e mezzo di durata per le proprie canzoni: basta con ‘sti AcDC, rivogliamo i Neanderthal!

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