1. Who I Am
2. Blame It On Me
3. Good Enough
4. Escape
5. Overload
6. Fearless
7. Here I Am
8. Nowhere To Run
9. In And Out Of Love
10. End Of Everything
Ammetto di conoscere davvero poco la carriera solista di Melanie C, se non per quella Never Be The Same Again che moltissimi anni fa dominò le heavy rotation radiofoniche e televisive. Per quanto possa apparire incredibile, tuttavia, la quarantaseienne artista britannica è l’unica tra la cinque Spice Girls ad avere ancora un discreto seguito per quanto riguarda l’attività musicale. Vi ricordate di Geri Halliwell? Di quando, per un brevissimo periodo a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, sembrava essere destinata a diventare la risposta femminile a Robbie Williams? Beh, l’ultimo segnale di vita lo ha dato nel 2005 con il dimenticatissimo “Passion”.
E invece Sporty Spice è viva e lotta insieme a noi, pronta a rispolverare il vessillo del girl power con le dieci tracce di questo lavoro eponimo. Nonostante i proclami triti e ritriti su maturità, emancipazione e desiderio di aprire un nuovo capitolo della propria vita, l’ottavo album di Mel C suona come una pallida imitazione di quell’electro-pop dal leggerissimo retrogusto indie che tanto piace dalle parti di Pitchfork. Se l’obiettivo era quello di porsi a metà strada tra Robyn e Carly Rae Jepsen, non possiamo fare altro che attestare il fallimento della missione.
L’ambizione principale del disco, cui inspiegabilmente hanno partecipato una caterva di compositori e produttori giovani e di talento, è essenzialmente una: creare un mix ben equilibrato e accattivante tra sonorità da dancefloor, elettronica moderna e pop retromaniaco in salsa ‘80s. Ciò che viene fuori è però una creatura amorfa, priva di caratteristiche definite o in grado di renderla interessante all’ascoltatore. Per farvela in breve: è la solita vecchia solfa – roba che avrete sentito milioni e milioni di volte alla radio.
I brani sono tutti abbastanza simili tra loro, costruiti in modo tale da mettere bene in evidenza il ritornello e lasciare nell’ombra il resto. L’apripista Who I Am gira abbastanza bene, mentre le canzoni successive non lasciano alcun segno. Ci si ridesta parzialmente dal torpore con la ficcante Overload, che acchiappa l’attenzione con un giro di basso bello “grasso” e una graziosa chitarrina funk.
Le atmosfere oscure e fumose (vorrei dire trip hop, ma potrebbe sembrare una bestemmia) di Fearless, un duetto con la rapper Nadia Rose, rappresentano l’unico momento clou dell’opera, in cui realmente Mel C prova a mostrarci un lato diverso del suo modo di fare musica. Se cercate qualcosa di divertente e leggero, non perdetevi In And Out Of Love: si tratta forse del solo episodio del disco in cui riaffiorano i vecchi, cari ricordi dello Spiceworld. Comunque, a costo di passare per uno spietato, vi consiglio vivamente di evitarvi questi trentacinque minuti di innocuo e banale electro-pop.