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Change – Closer Still

2020 - Refuse Records
old school hc

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Tracklist

1.Closer
2.Reason
3.Free
4.Beyond
5.Still
6.Excess
7.Unexpressed
8.Response
9.Higher
10.Refraction
11.Balance
12.Change
13.Death


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Conobbi Refuse Records nell’estate del 2008, fu a Ravenna. Suonavo con il mio gruppo ad un festival al quale partecipavano Ban This!, Carlos Dunga ed altri, tra cui gli americani Blank Stare, promossi e seguiti in tour in Europa dalla stessa etichetta polacca.

Tirarono letteralmente giù il posto, la gente impazziva ad ogni attacco. Furono venti minuti di pura rabia e disperazione punk-hardcore yankee. Comprai maglia e cassetta e strinsi contatti con Rob, il ragazzo che mandava avanti, ormai dal 1993, quell’etichetta, ad oggi senza dubbio la realtà dedicata allo Straight Edge e all’old school più importante d’Europa. Negli anni, si è ingrandita, pur mantenendo viva quell’innata capacità di scovare tra i più potenti e significativi gruppi americani nella scena straight-edge punk underground. Uno di questi ha appena pubblicato il suo primo disco e l’ha intitolato “Closer Still”: sono i Change, dall’Oceano Pacifico.

La principale forza di questo disco sta nel raccontare lo Straight Edge e l’impegno utilizzando manicheismo e violenza. Ogni traguardo viene vissuto e condiviso con sofferenza e sacrificio, come in Excess e Free, e dai testi, abbastanza diretti, le convenzioni personali di ogni singolo essere pensante non hanno bisogno di avere punti di riscontro dalla propria parte dello schieramento: traspaiono decisione ed una giusta arroganza.

Siamo ben lontani dall’impegno politico che potevano metterci bands come Good Clean Fun, che in “Next Year in Jerusalem“, per esempio, ci spiegarono per filo e per segno cosa stessa accadendo nel Medio Oriente, ma diciamo che grazie alla loro foga e, soprattutto, alla loro capacità di amalgamare vecchia e nuova scuola sotto l’egida, sicuramente vincente, di una radicatissima convinzione punk, ci espongono un lavoro compatto e totalmente privo di sbavature. Sia concettuali che musicali. Mischiando infatti l’influenza europea di True Colors e Dead Stop con una fase vocale molto simile a Insted e Chain of Strength, infatti, i Change scrivono un disco lungo (tredici i brani) e denso di nuovi spunti, esperimento difficile ai giorni nostri, in cui i danni prodotti da Have Heart e Champion quindici anni fa risultano ancora tristemente irrimediabili. Grazie al mosh di Still e al two step di Unexpressed, però, gruppi come i Change ci fanno intravedere uno spiraglio di luce.

“Closer Still” è un gran disco, in conclusione. Soprattutto perchè arriva come un fulmine a ciel sereno a diradare la bolgia e a rimettere le cose in chiaro, in un’epoca che per quanto riguarda l’old school americano non ha avuto granchè da dire, negli ultimi tempi.

Supportate Refuse Records, al più presto. Pragmatismo punk hardcore.

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