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Hatebreed – Weight Of The False Self

2020 - Nuclear Blast
metalcore

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Tracklist

1. Instinctive (Slaughterlust)
2. Let Them All Rot
3. Set It Right (Start With Yourself)
4. Weight Of The False Self
5. Cling To Life
6. A Stroke Of Red
7. Dig Your Way Out
8. This I Earned
9. Wings Of The Vulture
10. The Herd Will Scatter
11. From Gold To Gray
12. Invoking Dominance


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Gli Hatebreed non hanno mai accettato puristi, tra i loro fan. Chi li ascolta e supporta, sa da sempre a cosa vada incontro, approcciandosi ad un loro disco. Non può esistere un fan di “Satisfaction Is The Death Of Desire” che non rimanga incollato allo stereo ascoltando A Call For Blood, non può stare in piedi una critica alle uscite su Roadrunner qualora venissero messe a confronto con quelle su Nuclear Blast. Dal vivo, poi, chiunque si divertirebbe come un matto, assistendo a un loro concerto. Gli Hatebreed sono e saranno sempre gli Hatebreed, nonostante il passare degli anni, i cambi di formazione e le diverse sfumature che l’hardcore in America abbia assorbito in questi ultimi anni. Ed è questa la loro forza. Nessuna sfumatura, manicheismo puro.

Il loro nono album (considerando anche l’incredibile raccolta di cover “For The Lions”), intitolato “Weight Of The False Self”, ne è l’ennesima prova. Avrebbero potuto sperimentare, in questo periodo in cui tutto è lecito, ma no: rocciosi e poco propensi a levare l’ancora, i ragazzi di New Haven scrivono un disco new school hardcore tamarro e preciso, che ventitré anni dopo la loro nascita non fa altro che corroborare le loro intenzioni. Né metallaro e né troppo thrash, infatti, questo lavoro scorre via benissimo, senza impegolarsi troppo in divagazioni o cambiamenti repentini di suono. Iniziando forte, con una Instinctive che ricorda palesemente il celeberrimo attacco di I Will Be Heard, procede con i soliti, lunghissimi finali ripetuti all’infinito e una marcata propensione al tupa-tupa, riscontrabile Set It Right, per esempio. Tanto mosh telefonato ancora, per fortuna, e forse pochi ritornelli orecchiabili, ma le idee ci sono e vengono sviluppate agevolmente.

Alcune parti, specialmente quelle legate agli assoli e agli stoppati, risultano alquanto melense e fortemente evitabili, ma nel complesso questo “Weight Of The False Self” è un album più che buono, che consolida il sodalizio con la Nuclear Blast e, soprattutto, non deluderà coloro che da sempre seguono gli Hatebreed, proponendosi come valido materiale abbordabile anche dai neofiti del genere.

Copertina rivedibile (anche in questo non si smentiscono nemmeno questa volta), come d’altronde la finale Invoking Dominance, amarognola e sconsiderata ballata power metal.

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