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Miley Cyrus – Plastic Hearts

2020 - RCA
pop

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Tracklist

1. WTF Do I Know
2. Plastic Hearts
3. Angels Like You
4. Prisoner (feat. Dua Lipa)
5. Gimme What I Want
6. Night Crawling (feat. Billy Idol)
7. Midnight Sky
8. High
9. Hate Me
10. Bad Karma (Feat. Joan Jett)
11. Never Be Me
12. Golden G String
13. Edge of Midnight (Midnight Sky Remix) (Feat. Sevie Nicks)
14. Heart of Glass (Live from The IHeart Festival)
15. Zombie (Live from NIVA Save Our Stages Festival)


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A distanza di un solo anno dall’ep “SHE IS COMING”, Miley Cyrus ci presenta il suo nuovo album: “Plastic Hearts”. 

Subito una partenza sprint con il riff di basso di WTF Do I Know, brano pieno di grinta e schitarrate anni 2000: niente da dire, funziona! Segue al secondo giro Plastic Hearts, appunto, con tamburellata annessa in stile “Simpathy For The Devil”, che dei The Rolling Stones ha ovviamente solo i tamburi, ma che comunque fa il suo sporco lavoro. Al terzo troviamo Angels Like You, che è un pezzo radio funzionale, cantato bene e con i “la la la” inseriti al punto giusto. 

È poi il momento del tanto atteso featuring, Prisoner, niente meno che con la regina attuale del pop (nel senso lato del termine): Dua Lipa. Se non rappresentasse quello che potremmo definire una sorta di plagio, magari anche voluto, della celebre hit degli ottanta, Physical (guarda caso si intitola così pure una delle ultime release della cantante anglo-albanese), il mio giudizio sarebbe francamente più positivo. Ciò non preclude ovviamente il suo possibile successo. A seguire troviamo Gimme What I Want, una traccia che oltre ad essere molto esplosiva, è prodotta in maniera egregia (andare agli ultimi 10 secondi per credere). Altro giro, altro feat. Stavolta però con uno storico protagonista del rock mondiale: Billy Idol. Il risultato di Night Crawling è un mix di suoni glamour da una parte, e di energia fresca dall’altra. Non male!

Togli un po’ di distorsione, aggiungi un po’ di synth e Midnight Sky è pronta. Traccia più che funzionale alle sonorità odierne: non per niente la si sente già in radio. Pit stop con High e Hate Me, la prima più ballad, la seconda più corale, e si va verso la seconda parte della gara. Curva e controcurva con Bad Karma, tettuccio giù e ci si lascia andare. Seduta vicino a noi, c’è Joan Jett con i suoi tremoli e flanger. Ora la corsa si fa più tranquilla, con Never Be Me e Golden G String, e si canta pure un po’ se ci piace. Infine gli ultimi 3 giri: buttiamoci un remix ed un paio di live cover. Segnalo Zombie, perfettamente sulle corde di Miley. (Dolores ne sarà contenta).

Che dire, è un disco probabilmente riuscito quello della pop star statunitense. Niente azzardi, ottima interpretazione, qualche forzatura qua e là: un album alla contemporanea maniera, che tutto sommato sta in piedi senza troppi problemi. D’accordo, più singoli che concetto d’insieme, ma di questo non vorremmo mica stupirci.

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