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La top 10 cinematografica di un anno molto sfortunato

Che il cinema sia in crisi non è certamente storia recente, ma bensì datata come la scoperta dell’America, o della più proverbiale acqua riscaldata. Una crisi amplificata dalla reclusione che a fasi alterne ci sta colpendo da Marzo e dalla quale a salvarci hanno contribuito soprattutto miriadi di serie televisive, sia vecchie che nuove, girate in anticipo rispetto all’avvento del Covid, mentre molte altre sono state bloccate in attesa di tempi migliori e di risposte che ancora oggi latitano; su tutte la pluripremiata quarta stagione di Stranger Things, stoppata dalla pandemia.

Nel frattempo anche la settima arte, sia prima che dopo la chiusura dei cinema, ha saputo creare qualche buon prodotto visionabile ora sulle piattaforme on line, mentre per altri film si attenderà la riapertura delle sale. Fra questi ultimi, due i film che si stagliano su tutti: Si vive una volta Sola, firmato da Carlo Verdone che narra dell’amicizia che unisce quattro chirurghi, ovvero lo stesso Verdone, Max Tortora, Rocco Papaleo e Anna Foglietta. E Ritorno al Crimine firmato da Massimiliano Bruno che, fra una puntata e la successiva de L’ispettore Coliandro, ha avuto il tempo per dar vita al sequel del fortunato Non ci resta che il Crimine, commedia con Edoardo Leo nei panni di Enrico De Pedis, capo della Banda della Magliana, oltre a Marco Giallini, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi nel ruolo di tre amici catapultati nella Roma criminale dei primi anni ‘80.

Concludiamo augurandoci di essere stati capaci d’intercettare i gusti degli spettatori e auspichiamo che lo streaming rimanga, con l’arrivo del nuovo anno, un ricordo sbiadito di un periodo da dimenticare, perché il cinema va consumato preferibilmente in sala e non davanti alla TV o a un personal computer. Ci si ribecca fra 365 giorni con una nuova classifica e ovviamente buona lettura.

1. Mank (David Fincher)

David Fincher ritorna in grande spolvero confezionando un film dedicato al mondo del cinema e riguardante la creazione del capolavoro Quarto Potere rivisto attraverso lo sguardo ironico dello sceneggiatore Herman Mankiewicz. Gary Oldman, nel ruolo dello stesso Mankiewicz, impreziosisce la sua carriera con una prova difficile da dimenticare, esattamente come una pellicola che parlando della Hollywood degli anni ‘30 e ’40 riesce a guardare alla società dei giorni nostri.

2. Non odiare (Mauro Mancini)

Un chirurgo decide di non soccorrere un uomo vittima d’incidente stradale a causa dei tatuaggi nazisti che questi esibisce. Opera d’esordio di Mauro Mancini che fa centro grazie anche all’interpretazione di Alessandro Gassman. Volo nell’anima più scura di uno fra i migliori attori del nostro cinema. 

3. Figli (Giuseppe Bonito)

Ovvero quando la coppia (quasi) scoppia. Due quarantenni con una figlia di sei anni e una vita fatta di una routine rassicurante si trovano catapultati nuovamente nel mondo dei neonati a causa di una gravidanza del tutto inattesa. Testamento artistico del compianto sceneggiatore Mattia Torre, mentre la coppia Cortellesi, Mastandrea si muove con capacità artistica consumata.

4. L’incredibile storia dell’Isola delle Rose (Sydney Sibilia)

(c) COURTESY OF NETFLIX © 2020

Sidney Sibilia, autore della trilogia di Smetto Quando Voglio, mette mano a una storia di anarchia creativa nata nella Bologna di fine anni ’60. Nel 1968, l’ingegnere Giorgio Rosa costruì al largo delle coste di Rimini, e al di fuori delle acque territoriali italiane, una piattaforma che ribattezzò L’isola delle Rose e che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto rappresentare l’embrione di una nuova nazione. A Impersonare l’ingegnere creativo e sognatore, Elio Germano. Pellicola prodotta da Netflix da vedere se desiderate ripercorrere una storia curiosa e troppo velocemente e colpevolmente dimenticata.

5. Favolacce (Fabio D’Innocenzo)

I fratelli D’Innocenzo dopo aver raccontato l’ingresso nella microcriminalità con La terra dell’Abbastanza questa volta narrano l’apparenza nella quale si vive in un’enclave dorata ai margini della capitale. Critica sociale macchiata di dramma familiare con Elio Germano nel ruolo di un padre padrone, insoddisfatto e irascibile. Pellicola presentata al festival di Berlino e pluripremiata ai nastri d’argento.

6. The Midnight Sky (George Clooney)

Clooney nella sua veste di regista e protagonista di pellicole dai temi sociali si trova a voler avvertire l’equipaggio di una navicella spaziale in procinto di rientrare da Giove, mentre sulla terra ormai l’aria è inquinata e l’unico luogo dov’è possibile abitare è il Polo Nord. In bilico fra fantascienza, il dramma e il messaggio ecologista ci si appassiona e si riflette e di questi tempi non è di certo scontato.

7. Il re di Staten Island (Judd Apatow)

Pete Davidson, comico del Saturday Night Live, racconta il passaggio all’età adulta di un suo alter ego di ventiquattro anni. Appassionato tatuatore e orfano di un padre vigile del fuoco deceduto nella distruzione delle Twin Towers. Commedia dai toni agrodolci che colpisce per la capacità di Davidson di narrare la propria storia senza scendere a compromessi. 

8. Lacci (Daniele Luchetti)

Da La Scuola Daniele Lucchetti di generi e pellicole ne ha attraversati e girate numerose e di ogni tipo. Questa volta si trova a dirigere Alba Rohrwacher e Luigi Lo Cascio in un dramma esistenziale medio borghese nel quale ci s’interroga sul senso di famiglia che alla lunga può soffocare anche il marito o la moglie più volenterosa. 

9. Io sono Babbo Natale (Edoardo Falcone)

Proietti e Giallini s’interrogano sull’esistenza di Babbo Natale in una commedia dai toni seri che non disdegna una sana dose di risate mista a qualche riflessione. Il film, portato in sala dall’esperto Edoardo Falcone, si può vedere sia per i due protagonisti, capaci di bucare lo schermo grazie alla loro semplice presenza ma anche a causa dell’ultima apparizione al cinema dello stesso Proietti.

10. 7 ore per farti innamorare (Giampaolo Morelli)

Commedia leggera, ma non troppo, diretta per la prima volta da Giampaolo Morelli, al quale la parte d’istrione comico pare ormai calzare a pennello. Tratto dal suo omonimo secondo romanzo Morelli riesce a indagare con un sorriso sulle labbra, cosa possa attrarre due universi apparentemente inconciliabili come quello maschile e femminile.

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