1. The Beastmaster
2. Wondrous Wonder
3. Dark World
4. And It Is
5. My Celebrity
6. Phantom Menace
7. Undisputed Champions
8. Late At Night
9. Crazy Hearts
10. A Job Well Done
11. As Best You Can
12. Let It Show
Pionieri dell’indie rock da oltre quattro decadi, gli Half Japanese vantano un following che copre letteralmente intere generazioni e che continua a crescere di anno in anno. Dal 2015 la creatura di Jad Fair sta infatti cavalcando un’onda creativa che conosce pochi uguali tra i veterani del rock (eccezione fatta per i Guided By Voices).
Questo diciannovesimo album, titolato “Crazy Hearts“, porta avanti il caratteristico sound effervescente e da outsider della band, esteticamente pop e DIY, ma dal cuore art punk, condito con dissonaze e testi irresistibili, che ci trascina in universi sci-fi e fumettistici alla Jeffrey Lewis, popolati da personaggi del calibro di The Beast Master e creature fantastiche come gli zombie di Late and Night.
Quello degli Half Japanese è un viaggio non solamente fantastico, ma filosofico, che esplora alla maniera di Daniel Johnston sentimenti pieni di vita (Wondrous Wonder), servendosi talvolta di riffs ultra-melodici (si pensi allo psych pop ballerino di Let It Show), altre volte chiamando in causa pesanti linee di basso (My Celebrity) e tonalità oscure (A Phantom Menace).
In ogni caso, si tratta sempre di melodie agrodolci, vibranti ed essenziali, che rispecchiano i testi liquidi, ironici e spesso antitetici di frontman Jad Fair, uno dei poeti più sottovalutati della nostra era. Prendete la doppietta Wondrous Wonder / Dark World: da un lato abbiamo un mondo ideale (“We have got sunshine and happinеss banging on our gate / And the stars? Well they’re out tonight shining on us”), dall’altro una trappola distopica (“Living, if you can call it that / In a dark, dark, dark, dark age”).
È proprio in divertissement di questo tipo che risiede il fascino degli Half Japanese, una realtà che – non certo a sorpresa – ha dato tantissimo alla musica rock, influenzando pesantemente molte bands di matrice “slacker” e fanciullesca, siano i Violent Femmes, i REM, i Pavement o gli Eels. Bisogna dire che, a sua volta, Jad Fair è allievo della scuola Modern Lovers di professor Jonathan Richman, un’influenza che percepiamo ancora fortissimamente (la love song My Celebrity e Undisputed Champions).
“Crazy Hearts” è l’ennesimo disco di spessore degli Half Japanese, un album di immagini vivide, piene di vita e colore, proprio come la deliziosa copertina firmata da Gary Panter. Insomma, un centro pieno per una band che da quarant’anni a questa parte immagina e crea con l’onestà intellettuale di un eterno bambino.