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The Bug ft Dis Fig – In Blue

2020 - Hyperdub
elettronica / dub / dark ambient

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Tracklist

1. Around Me
2. Come
3. Destroy Me
4. Blood
5. In 2 U
6. Levitating
7. Forever
8. Blue To Black
9. Take
10. No Return
11. You
12. End In Blue


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Elencare tutti i vari alias e progetti a cui il producer/vocalist e musicista britannico Kevin Richard Martin ha dato luce in questi 30 anni di carriera, significherebbe riempire già per metà lo spazio di questa recensione. Uno dei pilastri della scena alternativa mondiale è tornato con un disco davvero pregevole e lo ha fatto con il suo pseudonimo principale, The Bug, coadiuvato questa volta dalla produttrice e dj newyorkese Felicia Chen alias Dis Fig (…e qui forse gli alias iniziano ad essere troppi!).

Parlare di ritorno non è il termine più corretto, visto che in realtà, complice anche il lockdown, tra giugno e novembre 2020 sono stati addirittura 4 gli album (3 da solista più un ep del progetto King Midas Sound) che Martin ha prodotto uno dietro l’altro per l’etichetta Intercranical Recordings. Mixato a Bruxelles questa volta per la Hyperclub, “In Blue” è un album che sembra concepito sulle linee ad alta velocità di una metro sopraelevata in una megalopoli orientale. Luci al neon bluastre riflesse sui vetri di uno scompartimento vuoto, dove l’unico passeggero è un adolescente silenzioso che a testa bassa è intento ad ascoltare una musica fatta di suoni claustrofobici, bassi profondissimi ed echi acidi e spigolosi.

Le fermate corrono uno dopo l’altra, ma il ragazzo è ancora li, seduto, ipnotizzato dal tono soffuso della voce delicata di Felicia Chen, il cui merito nell’aver reso più leggero il sound di questo album rispetto ai precedenti è molto più che evidente. La struttura sonica creata da Kevin Richard Martin, su cui le tracce dell’intero disco si reggono, è notevole, ma per fortuna ci sono anche i brividi, le emozioni e tutto ciò che ci vuole per rendere una semplice raccolta di canzoni un grande album, ed “In Blue” questo è.

La tracklist è un percorso fatto di atmosfere spettrali, come quelle di Around Me, pezzo di apertura, o di incedere sinistri, come nella successiva Come, passando per la dubstep di Destroy Me, per i suoni più industrial di Blood e i richiami al sound di Bristol di In 2 U e Levitating. Il viaggio nei sotterranei di questa megalopoli distopica del futuro si fa ancor più offuscato dai fumi di pezzi aggressivi come Forever, Blue To Black e No Return. In un finale che fa scivolare l’ascoltatore nell’antro dark ambient dell’ultimo pezzo, End In Blue, è You, traccia numero 11, a regalarci l’ultimo sprazzo di dance floor acidissima.

In tutto questo il nostro protagonista è ancora seduto li, in quel vagone lanciato a massima velocità tra le luci notturne della città, con la testa che sta ancora dondolando lentamente su e giù. I suoi occhi sono chiusi, così come lo sono stati fin all’inizio, la sua fermata è già passata da un po’, ma lui non se ne cura perché svegliarsi bruscamente dalle atmosfere che questo disco è capace di regalarti sarebbe davvero un delitto imperdonabile. Forse viaggerà per tutta la notte ascoltando e riascoltando “In Blue”, ma detto tra noi, va bene così.

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