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Luis Vasquez – A Body Of Errors

2021 - 2 Mondi Collective
industrial

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Tracklist

1. Interno
2. Poison Mouth
3. Under My Teeth
4. Decomposition (Part I)
5. This Guilt
6. The Wasp
7. Surgery
8. In A Cage
9. No Longer Human
10. Decomposition (Part II)
11. Used To Be
12. From the drain
13. Arms & Legs
14. World On Fire


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Perché fare ciò che tutti si aspettano quando puoi spiazzare con una mossa azzardata? È ciò che mi sono chiesto quando l’attesa, iniziata con l’apparizione di vari teaser sulle pagine social di The Soft Moon, è culminata nella pubblicazione di un album intero. A nome Luis Vasquez. Ok.

Quand’è che un progetto in cui, in fin dei conti, è coinvolta una sola persona smette di essere utile a definire i confine dell’arte che quella stessa persona sta componendo? Non ne ho idea, bisognerebbe chiederlo a Trent Reznor e Michael Gira. In questo caso anche a Vasquez, che abbandona (momentaneamente) il moniker e si mostra a nudo, lontano da quel che ha costruito con “Criminal”, l’ultimo, pazzesco, album composto dietro la maschera di The Soft Moon.

Ma è poi così distante ciò che sentiamo in “A Body Of Errors”? Signornò. Eppure il cammino del musicista californiano sembra essersi ripiegato su se stesso, lasciandosi alle spalle (momentaneamente?) corredo lirico e voce, tornando alle origini prettamente strumentali, in un torbido marasma sintetico privo di lato umano, se non la presenza, certa o meno, dell’uomo dietro le macchine. Mettiamo piede nella California di “Altered Carbon”, circondati dalle luci al neon di Bay City, più che nell’assolato Stato che in tanti ci propinano, con un mare che non riluce più, freddo come il metallo, in piena e perpetua stasi.

Ciò che non è statico, però, è quello che Vasquez mette in opera qui, il cui moto è sì disarticolato, ma che trova una linearità al limite della colonna sonora. Non c’è pace né calma, né bellezza né, men che meno, sacralità, nel mondo che viene qui dipinto. Il rumore domina, determina la propria presenza imperante e imperitura, si trasforma e si muove ondivago. È senza riposo, il viaggio dell’ipotetico protagonista che potremmo inserire all’interno di questa storia senza parole, in cui ci ritroviamo al cospetto di rotori pulsanti che staccano pezzi industrial per montarsi in armature dalla corazza impenetrabile (In A Cage, Under My Teeth), assalti tribali suonati su latte d’acciaio da clan postatomici che imperversano nel deserto (Decomposition (Part 1) e (Part 2)), tensioni che fanno male e che sospendono il tempo o lo dilatano tanto da non riuscire più a percepirlo (No Longer Human, Used To Be, in cui fa capolino una traccia vocale rarefatta, From The Drain), precipizi noise spaventosi (Poison Mouth, Under My Teeth, Interno) e rutilanti scarrellate synthdustriali che recuperano per il rotto della cuffia la forma canzone (This Guilt, Surgery).

In altri anni avremmo detto che qui si parla di futuro ma, nell’incertezza quotidiana in cui viviamo, attaccati alle macchine, “A Body Of Errors” è il suono di un presente che fa più paura di quanto siamo disposti ad ammettere.

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