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Goldenground

GOLDENGROUND: Spikerot Records

Esiste un mondo sommerso, una selva di persone, passioni e cuori che stanno dietro alla musica e che ogni giorno la nutrono con amore paterno, nascosti dietro le quinte della scena. Goldenground va a scavare negli intricati tunnel dell’underground per portare alla luce le scintillanti pepite d’oro sparse in tutta Italia e per dare voce a chi è solito dare voce alla musica.

Torniamo ad indagare il mondo delle etichette più underground del panorama italiano: abbiamo incontrato Davide di Spikerot Records, co-titolare con Antonello e Alessio di una giovane etichetta, ma con già tantissime produzioni di rilievo alle spalle, sia nell’ambito delle colonne sonore che nell’ambito più “tradizionalmente” heavy. Qualche nome? Zolfo, Ruinas e Depopulation Department, Shores Of Null, SednA, Naga.

Ciao Davide, iniziamo subito! Dicci, cosa significa Spikerot? Come avete scelto il nome?

Quando scegli il nome per un brand, che sia una band, una label o un’attività, ciò che vuoi fare è distinguerti, per cui a volte creare un neologismo può essere d’aiuto. Spikerot deriva dall’unione delle due parole inglesi Spike (spuntone/chiodo) e Rot (marcio), due termini che in qualche modo rientrano nell’immaginario metal/punk. Insieme formano qualcosa che non ha un senso ben preciso, ma suona bene e non ha competitor sui motori di ricerca, senza dover sgomitare con altri nomi simili sul mercato.

Spiegaci in poche parole com’è nata la label, quali sono i suoi valori e magari suoi avvenimenti più importanti.

Esistiamo ufficialmente dal 2018 ma come tutte le cose c’è stata una gestazione di diversi mesi, forse almeno un anno. Ricordo esattamente il momento in cui Antonello mi prese in disparte davanti all’Orange, l’ormai defunto locale che per oltre 10 anni è stato il punto di riferimento per il metal/punk in Abruzzo, e mi disse che aveva intenzione di metter su un’etichetta e che mi avrebbe voluto come partner. Anni prima lo scelsi io come mio partner per l’allora Skeptic Agency (poi Skeptic Events), pseudonimo che utilizzavo per organizzare concerti metal underground nell’area tra Pescara e Chieti. Avevo già avuto pensieri di questo tipo, aprire un’etichetta, una distro, o qualcosa del genere, per cui la proposta risuonò in me come una rivelazione e accettai all’istante. Di lì a poco abbiamo coinvolto anche Alessio, altra figura chiave dell’underground locale, anche lui con l’idea di aprire un’etichetta. Abbiamo unito quindi i nostri background che vanno dal grindcore al doom passando death metal e metal atmosferico, per poi renderci conto di voler esplorare anche il versante delle colonne sonore. Di base non volevamo darci dei limiti troppo rigidi, ed è grazie a questa visione “Unconventional” se siamo riusciti a pubblicare “I Cannibali” di Ennio Morricone, oppure la nostra personalissima trilogia di Mario Bava composta da “Cani Arrabbiati”, “La Maschera Del Demonio” e “Sei Donne Per L’Assassino”, o anche “I Vampiri”, colonna sonora del film cult di Freda del 1957, riconosciuto come primo film horror italiano col sonoro. Ovviamente parliamo in tutti i casi di prima pubblicazioni in vinile, in alcuni casi prime pubblicazioni in assoluto. L’idea iniziale di Spikerot era quella di una metal label, e possiamo assicurarvi che il versante heavy è ben rappresentato, abbiamo infatti dato alle stampe sia band al debutto assoluto, come Zolfo, Ruinas e Depopulation Department, ma anche realtà più affermate come Shores Of Null, Naga, SednA, tutte uscite di cui andiamo estremamente orgogliosi. Il valore principale, qualunque sia il genere trattato, deve essere la qualità, chi in piena era digitale continua a preferire il supporto fisico, non può che essere ripagato con un prodotto eccellente.  

Chi sono i tuoi clienti? Dove finiscono i dischi che produci? Solo in italia o nel mondo?

Le colonne sonore finiscono per gran parte all’estero, principalmente negli Stati Uniti dove c’è un mercato davvero florido, ma anche nel Regno Unito, Germania. Per le band dipende da caso a caso, le band italiane venderanno più in Italia ad esempio, e in generale cerchiamo di essere molto presenti sul territorio, presenziando col banchetto a fiere del disco, concerti, festival, chiaramente prima di questo periodo di stop forzato. Il pubblico “metal” e quello delle colonne sonore viaggiano paralleli, ma talvolta si incontrano, ed è bello ricevere un ordine che comprenda del metal estremo e una colonna sonora di Stelvio Cipriani, lì capisci che la buona musica non ha davvero confini, ed è questa la filosofia dietro Spikerot, riagganciandomi anche alla tua domanda precedente.

E le tue band chi sono? Descrivici tre delle tue uscite originali preferite (non vale dire che sono tutte preferite).

Sono molto soddisfatto di tutte le nostre uscite chiaramente, ma se dovessi sceglierne solo 3 ti direi ‘Void Cult Rising’ dei Naga, ‘The Man Behind The Sun’ dei SednA e ‘Ikonoklasta’ dei Ruinas. Il primo è un capolavoro di sludge doom nerissimo e nostrano, i Naga sono un trio di Napoli che seguo dagli esordi ed era un mio desiderio farli uscire per Spikerot, tra le migliori band del genere, a mio avviso davvero troppo sottovalutati. I SednA sono invece una band di Cesena e suonano black metal dalle tinte molto atmosferiche, pesantemente influenzato dal post rock/metal e dallo sludge/doom. Quando ho ascoltato questo lavoro per la prima volta, una sola traccia di 33 minuti eseguita magistralmente, ho deciso che non avrei accettato un “No” come risposta. L’ultimo nome è quello dei Ruinas, band della Galizia che vede al suo interno Robert Bustabad dei Machetazo, storica formazione death/grind spagnola non più in attività. Il sound dei Ruinas è ovviamente influenzato dal death metal e dal grindcore, ma ciò che mi ha colpito maggiormante è stata la naturalezza con cui sono incorporati elementi secondari ma non meno importanti, come una certa vena crust/hardcore e sludge e, ancora più sorprendentemente, un’influenza synth/horror che appare nella traccia finale, degna del miglior Carpenter, passando in rassegna tutta la filosofia di Spikerot in un solo disco, tra l’altro al debutto. Fuori concorso, ma solo perché si tratta della mia band, il nuovo degli Shores Of Null ‘Beyond The Shores (On Death And Dying)’, finito in tantissime classifiche di fine anno, una grandissima soddisfazione sia come band che come label.  

Parlando delle produzioni originali, quali sono le tre caratteristiche fondamentali che un disco deve avere per essere pubblicato su Spikerot?

Qualità, visione e ovviamente attitudine.

In tanti cercano la giusta “formula” per i più svariati motivi, per vendere di più, per avere più follower, più engagement. E tu hai trovato la tua formula o ci stai ancora lavorando?

Non esiste la giusta formula, la ricetta perfetta, come in tutti gli ambiti lavorativi quello che paga sul lungo termine sono la determinazione e la costanza. Una volta in tour, trovai degli adesivi in un locale con su scritto “Great things need time” (Grandi cose hanno bisogno di tempo), ho preso quell’adesivo e l’ho attaccato in furgone, affinché lo vedessi ogni volta che andavo in giro. Sono ancora estremamente convinto di questo, chi si aspetta di raggiungere risultati dall’oggi al domani senza lavorare sodo è fuori strada. Apparentemente sembra essere la tendenza del momento.

Parliamo di musica, ci sono dei generi che si può dire siano il tuo “core business”? Spiegaci perché si oppure perché no.

Sicuramente le colonne sonore rappresentano una grossa fetta della nostra attività, mentre sul versante della musica pesante ad oggi doom, post metal, grindcore e death metal sono i generi che trattiamo maggiormente.

Fino a dove spazia la musica disponibile su Spikerot? So che oltre alle tue produzioni hai anche una distro, che dischi possiamo aspettarci di trovare?

Oltre ai generi della risposta precedente anche stoner rock, sludge, metal estremo sotto varie declinazioni. Da Morricone ai Suffocation, passando per Yawning Man, Darkthrone e Neurosis, insieme a tanta roba underground.

Sappiamo che ti occupi anche del Frantic Fest, ci spieghi di cosa si tratta? Come si coniuga questa attività con la label?

Il Frantic Fest è diventato in breve tempo il fiore all’occhiello dei festival italiani, perché siamo riusciti a coniugare diversi generi dello spettro “heavy” riuscendo comunque a mantenere una coerenza di fondo. Nelle 3 edizioni svolte finora abbiamo avuto nomi come Napalm Death, Agnostic Front, Enslaved, Grave, Slapshot, Igorrr, Gbh, Voidod, Discharge, Unsane, King Dude, tanto per citarne alcuni. La prima edizione del fest è stata nel 2018, anno di nascita di Spikerot, quindi il Frantic 2018 è stato anche il nostro primo stand ad un festival, avevamo un tavolino minuscolo allora. Chiaramente l’edizione 2020 è saltata causa Covid, speriamo si riesca a recuperare la prossima estate.


Cosa significa per te avere una label e anche dei progetti musicali? Si pestano i piedi tra loro oppure riesci a tenere sempre tutto sotto controllo?

Non è semplice, anche perché oltre a tutto questo hai anche bisogno di un lavoro che ti permetta di vivere, quindi il tempo a disposizione va gestito bene e non è per niente semplice. Nel caso dell’ultimo degli Shores Of Null, trattandosi di una mia band che esce per la mia etichetta, devo dire è stato impegnativo perché parliamo di diversi canali comunicativi da tenere sempre aggiornati, ma direi che sono riuscito a tenere botta.

In questo periodo è d’obbligo la domanda, come hai affrontato l’emergenza sanitaria che ci ha colpito tutti? Come sopravvive la label a questa dura prova?

Ho fatto sacrifici come tutti, cercando di comportarmi sempre in maniera corretta. Come etichetta abbiamo visto cancellare fiere del disco, che rappresentano una buona fetta del nostro guadagno, inoltre nei primi mesi della pandemia non ce la siamo passata benissimo, le vendite erano calate e abbiamo attraversato qualche mese di sconforto, ma per fortuna le cose sono pian piano migliorate ed ora stiamo pianificando nuove uscite. La gente compra ancora musica nonostante tutto, quindi facendo le uscite giuste e ponendo la giusta attenzione alla qualità, si riesce ad andare avanti anche in tempi così bui.

Una label, un grande fest, progetti musicali, fai davvero un sacco di cose! Che consiglio daresti ad un ragazzo che vuole seguire i tuoi passi?

Aggiungerei che faccio il driver per le band, infatti mentre in Europa iniziava a diffondersi il Covid-19 io ero in giro a scarrozzare i Mondo Generator, e rientrai in Italia solo a metà marzo 2020, in pieno lockdown. Sembra ieri ma in realtà è passato quasi un anno. A chi vuole seguire i miei passi direi “non farlo!”. Se di base c’è la passione per qualcosa, tutto verrà da sé, non c’è bisogno che vi dica nulla. Guardatevi intorno, stringete legami, osservate, ma soprattutto siate presenti. Io ho cominciato cantando negli Zippo e parallelamente iniziai ad organizzare concerti a Pescara che non avevo ancora 20 anni e continuo tutt’ora che ne ho 35. Dai primi scambi data passai ai primi tour europei, ho scritto recensioni per webzine, ho dormito sui pavimenti in case di sconosciuti, ho ospitato band da tutto il mondo, ho fatto viaggi della speranza in furgone per suonare davanti a 2 persone, ho visto tanti concerti, confrontandomi spesso con musicisti e addetti ai lavori da tutto il mondo. Infine, ho deciso di aprire una label. Prima di tutto devi capire se è qualcosa per fa per te, ancora una volta se cerchi di ottenere tutto e subito, lascia perdere.

L’ultima domanda è dedicata a te, ti lasciamo lo spazio per parlarci delle tue iniziative del momento.

Grazie Matteo per la chiacchierata, se avete 40 minuti di tempo vi invito a guardare il nuovo video degli Shores Of Null, mi vedrete in una bara, tra le altre cose. Sul futuro di Spikerot Records: abbiamo diversi progetti in cantiere, tra cui nuovamente un debutto, ma con attori ben conosciuti all’interno della scena underground italiana. Stay safe, stay unconventional!

Grazie Davide, buon lavoro e a presto! 

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