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P.F.R. – Assaggi

2020 - Autoproduzione
rap

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Tracklist

1. Veleno
2. 'Ncroce
3. 'O Rap d'e scugnizze


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L’ MC Mauro Marsu, già front-man dei Resurrextion, incontra il polistrumentista Salvatore Torregrossa durante la stesura di “Prima dell’alba” (2017) e da questa collaborazione nasce il successivo progetto di P.F.R. (Post Fata Resurgo). La locuzione latina, già presente nello stemma del comune di Castellammare di Stabia (NA), sembra voler mitigare con la speranza la rabbia che intride da sempre i testi di Marsu. Occhio disincantato e lucido su una realtà che ormai ci amareggia e ci esaspera, il duo sembra voler offrire una chiave di lettura più fiduciosa nelle possibilità di riscattarsi, di superare l’impasse, di risorgere dalle proprie ceneri come ci insegna il mito dell’araba fenice.

Un lavoro certamente più maturo, quello di “Assaggi”, in cui Marsu senza più sudditanze psico-linguistiche, si esprime nella sua lingua madre riducendo la presenza dell’italiano rispetto a dischi come “La famiglia Rossi” (2014); la presenza di Salvatore Torregrossa nel disco è forte: basta un ascolto attento del brano O Rap d’è scugnizzi, che non sfida –e soprattutto non oltraggia- Raffaele Viviani e la sua celebre Rumba quanto, piuttosto, la omaggia e la traspone nel nostro secolo mutando l’onomatopea novecentesca nel bit dei rappers dei nostri tempi.  

Torregrossa –come è nel suo stile- non diventa preponderante, pervade ma non invade, esattamente come accade nei videoclips in cui l’artista stabiese è visibile ma da una posizione quasi defilata, da grande burattinaio che ha già esperito i dolori della Vita, ne porta i segni eppure non cede. Nessuna resa per chi si sente Ncroce; in questo brano dal tono fortemente  spirituale, si indica ai disillusi una possibile risposta che non è mai accettazione rassegnata.

Veleno (il primo brano uscito a dicembre, che vanta una bella featuring del soprano Rosalba Alfano) è il più emblematico dell’ep; è una rabbiosa dichiarazione d’amore per la città delle acque, ricca di simbolismi e di chiari riferimenti sia nel testo della canzone che nel video scritto da Tino Tini. Il riferimento ai fratielli e surelle, la tradizione della dodicina, la citazione del grido di De Filippo che cercava “una pace senza morte” svelano all’ascoltatore il corso e l’oggetto di tanta collera, di tanta frustrazione.

Ma il messaggio dei P.F.R. è chiaro, al di là della disillusione e dell’esacerbazione scaturita dalla malapolitica e dalla decandenza valoriale ai tempi dei social: il passato si rispetta, il futuro si difende.

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