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Back In Time

“Rumours”, le confessioni pop-rock dei Fleetwood Mac

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I Fleetwood Mac di “Rumours” furono gli attori di un fotoromanzo rosa nel quale recitavano se stessi, e con le loro vicende di passione e tradimento, finirono con lo scrivere l’album pop-rock perfetto anche per quelli che abitualmente non ascoltavano pop-rock. Persino una cattiva ragazza come Courtney Love prese appunti da queste parti per imparare a scrivere una canzone.

A sentirlo distrattamente, sembrava un album fatto di latte e torte di mele, mentre in realtà i cinque del gruppo erano leoni in gabbia che urlavano rabbia e desiderio. Le canzoni erano colme di sorridenti melodie, ma appena sotto la scintillante superfice bruciavano storie di inganno e rimorso. Lindsey Buckingam, autore e chitarrista della band, e la compagna Stevie Nicks, una delle due cantanti del complesso, si stavano lasciando, come pure l’altra coppia, quella formata dal bassista John McVie e l’altra cantante, Christine. In più, anche il batterista Mick Fleetwood aveva la sua buona dose di lacrime da offrire, avendo appena scoperto la relazione della moglie con il suo migliore amico. Erano le premesse per un lavoro che sembrava un reality show in differita che imbottigliava in undici canzoni la vita di cinque persone che in quel momento avevano in comune solo la pena e il rimpianto, oltre che un premio fedeltà alla cocaina.

Ecco, la cocaina: ne scorreva così tanta durante le registrazioni, che il pusher ufficiale della band era ormai il sesto del gruppo, e per poco non finì nei credits del disco. Messa in apertura, Second Hand News sfoderava un ritmo eccitante e un ritornello che stordiva. Sin da subito era tutto perfetto: il suono, il ritmo, gli arrangiamenti, le melodie, la voce pettinata di Christine McVie e le sue tastiere. La new wave incontrava il suono della West Coast, e l’easy listening entrava nel rock’n’roll. Per il capriccio dance di Dreams, il microfono passava a Stevie Nicks, una ex cameriera che sognava di entrare nei favolosi Heartbreakers di Tom Petty: metà fata e metà strega, ammaliava con una voce fatta di miele e champagne.

Rumours” guardava con un occhio alle radio e all’altro al supplizio, e fu il disco più ascoltato nell’estate del ’77, rimanendo in testa alle classifiche per 31 settimane. I due “vecchi” della sezione ritmica erano impeccabili nell’assecondare lo stilista e sceneggiatore della band, Lindsey Buckingam, chitarrista e arrangiatore di rara abilità melodica. Ogni canzone portava un rimpianto, un addebito, e un pò di fiero risentimento, perfino il sussurro acustico della dolce Never Goin’ Back Again. La musica che usciva da “Rumours” era gentile ed elettrizzante ma mai addomesticata, e le infedeltà che spifferava sapevano di vento e di asfalto. Go Your Own Way era bruciata dal sole e aveva l’aria di una corsa a tutta velocità nella Silicon Valley, e You Make Loving Fun era un pop-blues che raccontava un tradimento e fuggiva incontro  ad un finale memorabile. Don’t Stop faceva battere il piede ed il cuore, e Bill Clinton la usò durante la sua prima campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti.

Non c’era niente fuori posto nella perversa levigatezza di queste canzoni: per i Fleetwood Mac, il suono perfetto del loro soffice rock’n’roll era un rifugio nella tempesta.”Rumours” aveva un’ombra nel cuore e un sorriso ingannevole, e mai le confessioni di un gruppo di rockstar erano state così eccitanti.

PS: recentemente “Rumors” è tornato in classifica, dopo 42 anni, toccando la settima posizione di Billboard, grazie ad un tipo che su TikTok ha postato un video con in sottofondo Dreams.

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