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TV Priest – Uppers

2021 - Sub Pop
post-punk

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Tracklist

1.The Big Curve
2. Press Gang
3. Leg Room
4. Journal of a Plague Year
5.History Week
6. Decoration
7. Slideshow
8. Fathers and Sons
9. the ref
10. Powers of Ten
11. This Island
12. Saintless

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Tutto il nuovo post-punk britannico, il porsi con leggerezza per andare a scavare a fondo nei tempi che viviamo, lo humour, i Fall nell’autoradio, un lontano sfondo di contemporaneità editorsiana. Questo è, se volete saperlo in due righe, cos’è “Uppers” e dove sistemare la sua genesi, oltre all’incondizionato interesse della Sub Pop dato, probabilmente, dalla scia di clamore lasciata degli IDLES. Ci sta, anzi, era ora che qualcosa di corposo, energico e divertente e intelligente uscisse dal buio, insomma, era dai tempi di “Brutalism” che non cadevo dalla sedia.

La buona (nuova) usanza di porsi completamente disarmati e vulnerabili è presente in tutto il disco, che parte bene con The Big Curve, continua meglio con il singolo Press Gang, migliora ulteriormente con Slideshow e chiude con un pezzo come Saintless:

“Madness dripsYour heart starts beatingLooking upAt the tiles in the ceilingGas and airAnd drugs, and thingsYou don’t even know what half of it meansAnd then it’s thereAnd it beginsAnd it’s bigger than a man like meAnd it’s bigger than a man like me

Oso dire una delle più oneste e toccanti chiusure di un album che ho sentito da tempo e parlare delle assurdità della vita e del bisogno di empatia e farlo con rabbia e autoironia è la cosa migliore che possa uscire oggi nel panorama alternativo. Perché i canali sono la rabbia e la frustrazione ma, al di là di questo, ciò che funziona in “Uppers” è la personalità, lo spirito e riuscire con un timbro vocale e il suono del basso talmente schietto e temperato da farsi riconoscere e quindi conoscere senza passare attraverso incerti e timidi Ep ma arrivare dritti con un album di debutto netto, come se esistessero da 15 anni.

Quello che salta all’occhio è che “Uppers” è un debutto che suona, infatti, molto maturo: la ricerca del suono, i testi pregni di improvvisazione, la qualità dei pezzi in generale fa pensare che alle spalle i TV Priest abbiano almeno prodotto una manciata di demo, magari che facessero intendere la direzione stilistica arrivata al culmine con il primo Lp e invece no. Escono all’improvviso da mamma Sup Pop, innamorata di questa band che nella sua carriera, finora, ha tenuto la bellezza di un solo concerto: a novembre 2019 in una sorta di ex cella frigorifera o qualcosa del genere. In pratica, Charlie Drinkwater (un nome che non si dimentica facilmente) e i suoi compagni si conoscono da quando erano piccoli e suonano insieme da parecchio tempo, poi, quando naturalmente il momento è arrivato, hanno deciso di fare un album e l’hanno fatto molto velocemente: sei mesi tra scrittura e registrazione.

Ed è anche questo che si respira in “Uppers”: la spontaneità, l’impronta, l’ispirazione. Questo è genio, ragazzi. Quindi cos’abbiamo alla fine dell’ascolto? Risposte: nessuna. Domande: tantissime, Ed è così che ci piace. “Uppers” è uno di quei debutti che rimarranno nella storia. Non ci credete? Ne riparliamo tra dieci anni.

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