Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Cloud Nothings – The Shadow I Remember

2021 - Carpark Records
alternative rock

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Oslo
2. Nothing Without You
3. The Spirit Of
4. Only Light
5. Nara
6. Open Rain
7. Sound Of Alarm
8. Am I Something
9. It’s Love
10. A Longer Moon
11. The Room It Was


Web

Sito Ufficiale
Facebook

I Cloud Nothings tornano sulle scene, con un album ben realizzato e dalle tinte personali e genuine. La band americana formata a Cleveland dal cantautore Dylan Baldi nel 2009, a distanza di un solo anno dal fortunato “The Black Hole Understand” si conferma a livelli superiori con un ritorno al sound degli esordi, ma con una rivisitazione molto accurata. Nel nuovo lavoro “The Shadow I Remember”, prodotto da Steve Albini, i Cloud Nothings combinano con intelligenza il peculiare timbro aggressivo e violento con una vena pop più matura. Il risultato è una formula perfetta e già collaudata che si dipana in maniera libera e metodica lungo le 11 canzoni che compongono il disco.

L’apertura enigmatica di Oslo accende subito la luce sull’ambiente caldo e lineare, è un brano pieno di interrogativi a cui non sappiamo dare risposte. Immerso in una distorsione unica e inconfondibile il tempo del brano accelera con buona intensità dando vita ad un’opening d’effetto e essenziale. A seguire Nothing Without You include una prima collaborazione, novità assoluta per la band: nella seconda voce c’è la preziosa melodia di Macie Stewart, proveniente dal progetto folk Ohmme. Nella struttura del brano l’adrenalina prende il sopravvento nella parte finale, impreziosita da un ritornello ripetitivo ma d’impatto.

The Spirit Of apre con una danza spedita, arricchita dal suono irregolare e corposo della chitarra mentre il testo si avvolge alla perfezione alla struttura melodica. Sulle note di Only Light si percepisce un sound fresco che tende al grunge più sporco e ruvido: qui la follia si scatena soprattutto nella voce. In Nara rallentiamo invece la corsa, è un brano costruito su di un arpeggio distorto e ovattato e in cui il mood deciso viene portato alla luce dai colpi potenti del batterista Jayson Gerycz, che completa la take in modo eccellente.

Sembra che in “The Shadow I Remember” i Cloud Nothings cerchino sempre un ordine preciso nelle composizioni, come a voler creare due sonorità differenti all’interno di ogni brano. In Sound Of Alarm la nostra attenzione viene catturata dall’esecuzione tecnica precisa della strova, mentre urla cariche di colori si agitano in Am I Something, uno dei primi singoli rilasciati, all’interno del quale ci si chiede: Qualcuno che vive là fuori, ha davvero bisogno di me?! Una domanda straziante e confusa che viene pronunciata con voce roca ma melodica. It’s Love è un brano complesso e ritmato in modo surreale, caratterizzato da un andamento veloce e dal sapore punk. Verso la fine arriva uno dei brani migliori del disco, A Longer Moon, che per il modo sensibile e emozionante con cui viene suonato lascia un chiaro segnale sulle nuove tecniche utilizzate dalla band. In chiusura The Room It Was sposta le sonorità su qualcosa di grezzo in stile At The Drive-In, e in cui il ritornello old school è una chicca spaziale.

I Cloud Nothings ci deliziano ancora una volta con un disco immenso e disarmante. Nell’arco della sua durata dolcezza ed amarezza si scontrano su di un tappeto sonoro stupendo, un paradiso orecchiabile dal gusto profondo sopra il quale danza ogni piccola creatura del mondo.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni