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Eyehategod – A History Of Nomadic Behavior

2021 - Century Media
sludge metal

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Tracklist

1. Built Beneath the Lies
2. The Outer Banks
3. Fake What’s Yours
4. Three Black Eyes
5. Current Situation
6. High Risk Trigger
7. Anemic Robotic
8. The Day Felt Wrong
9. The Trial of Johnny Cancer
10. Smoker’s Place
11. Circle of Nerves
12. Every Thing, Every Day


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La vicenda umana degli Eyehategod è segnata dalla tragedia, ed è proprio il dolore ad averli tenuti lontani dallo studio di registrazione per così tanto. Ben sette anni – anche se a pensarci col disco precedente gli anni di silenzio radio furono quattordici – in cui gli uomini di NOLA hanno accumulato una quantità tale di odio, rabbia, fastidio per l’essere umano, anzi, l’americano, da non lesinarne nemmeno una goccia per “A History Of Nomadic Behavior”.

Mike IX Williams lo dice chiaramente: gli Eyehategod non sono una band politicizzata, ma, cazzo, avete visto cos’è capitato negli Stati Uniti lo scorso anno? Li vedete tutti questi negazionisti ciechi, che seguono bugiardi la cui parola è tossica per tutto il mondo? Nemmeno una band che con la politica ha avuto raramente a che vedere può tacere a tutto lo schifo cui chiunque ha potuto assistere. Sputi sulla scienza? Irridi la sensatezza? Commetti omicidi forte della tua divisa? Ecco pronto per te tutto il livore che ti meriti.

Subliminale o no, tutto lo schifo di una Nazione in evidente insufficienza cerebrale si riversa in una tempesta sludge, fango che piove da tutte le parti, le chitarre di Jimmy Bower che anziché gridare sono un martello da muratore piantato nello stomaco. Sembra di tornare indietro nel tempo, con lentezza esagerata, che, quando possibile e necessario, aumenta d’intensità, ricordando la lezione hardcore e mai come oggi è utile rispolverarla, anche quando si cammina nella palude, a ritmica funebre spinta giù nelle catacombe, marcia da ultimo giorno sulla Terra (e direi che ci siamo vicini più che mai). Williams canta la frustrazione, si trincera dietro la poetica del delirio, suo marchio di fabbrica, è ispirato, la voce mai così centrata e graffiante, scatarra fiamme dritte nella capsula del microfono e lo scioglie e sentenzia, una su tutte: “Wasted human teeth / Let go of the crutch / This maze is made for rats”.

È proprio vero che quando il buio cala i mostri escono dalle cripte. Quando i mostri poi sono gli stessi esseri umani, beh, è naturale che gli Eyehategod tornino a ricordarcelo.

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