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A.A. Williams – Songs From Isolation

2021 - Bella Union [PIAS]
chamber pop

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Tracklist

1. Lovesong (The Cure)
2. Where Is My Mind (Pixies)
3. If You Could Read My Mind (Gordon Lightfoot)
4. Creep (Radiohead)
5. Nights In White Satin (The Moody Blues)
6. Be Quiet And Drive (Deftones)
7. Every Day Is Exactly The Same (Nine Inch Nails)
8. Into My Arms (Nick Cave)
9. Porcelina Of The Vast Oceans (Smashing Pumpkins)


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Marzo 2020. Lockdown. Solitudine e, per assurdo, contatto estremo. Gli artisti tendono le orecchie verso i loro fan. A.A. Williams tende le orecchie verso i suoi fan. Una donna e la sua voce, un pianoforte e una chitarra, una pioggia di richieste. Che cosa potrebbe registrare, che non sia suo. Cosa potrebbe reinterpretare? Quali classici, quali brani immortali potrebbe far suoi? Piovono le proposte. La mente dell’artista britannica galoppa e si domanda quale tra queste si potrebbe sposare alla perfezione con la sua vocalità, il suo innato forever blue?

Screma, sceglie, ragiona, preme il tasto rec su registratore e videocamera, ci mette tutto il cuore, l’anima, le corde vocali, un abisso d’anima profondo, un tuffo. Iniziano le “Songs From Isolation”. Un regalo accorato a chi la segue, un esercizio per il proprio suono, qualcosa di bellissimo, sebbene, come tutti gli album di cover, fine a se stesso, ma altro non potrebbe, né vorrebbe, essere. Alla faccia che streaming e registrazioni sarebbero un insulto. Che altro si poteva e potrà fare finché tutto questo non sarà finito? Ditecelo, o grandi protester italici dell’internet, ditecelo voi, che ne sapete a pacchi, almeno parrebbe dalla vostra sicumera.

Io che non lo so (povero me) ascolto, e sono grato di quel che fluisce dalle casse. Sono grato ad A.A. Williams e al suo modo di prendere l’oro e non fargli perdere un’oncia del suo peso, della sua intensità, della bellezza che altri infusero in queste canzoni che, poco poco, sono immortali. Il rumore che fa fibrillare le storture vocali che furono di Chino Moreno diventano impetuosa mareggiata, Be Quiet And Drive sa come far male e non lesina colpi, le sei corde vibrano col vigore delle ombre, le stesse che si assiepano su Lovesong, e della sbarazzina tristezza dei Cure rimane solo il ricordo, al suo posto una canzone d’amore umbratica, pesante, calda. Un calore che tuona nei vibrati che incrinano Creep e Williams riesce nel non facile intento di rendere ancor più amara una delle canzoni pop-rock più amare di sempre, col piano che fa a sportellate con le liriche ina una linearità perduta.

Everyday Is Exactly The Same, scelta tra le tante dei Nine Inch Nails in campo, perfetta per il momento che stavamo (stiamo) vivendo, è una tempesta morbida, su “there is no love and there is no pain” crolla tutto, un cuore in frantumi, fatto in briciole ancor più piccole da Into My Arms, il Re Inchiostro che rivive in lei in uno strapotere di sensazioni che spazzano via tutto in crescendo e onde che si infrangono sui tasti bianchi e neri e fanno oscillare le corde, un’elettricità a basso voltaggio, che carezza i polpastrelli, elettricità che scompare da Porcelina Of The Vast Ocean, come una ninna nanna lambisce il sonno e ci far risvegliare col cuscino bagnato di lacrime.

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