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Lana Del Rey – Chemtrails Over The Country Club

2021 - Interscope / Polydor
pop / country / folk

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Tracklist

1. White Dress
2. Chemtrails over the Country Club
3. Tulsa Jesus Freak
4. Let Me Love You Like A Woman
5. Wild at Heart
6. Dark but Just a Game
7. Not All Who Wander Are Lost
8. Yosemite
9. Breaking Up Slowly
10. Dance Till We Die
11. For Free (feat. Zella Day & Weyes Blood)


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A neanche due anni di distanza dall’acclamato “Norman Fucking Rockwell!” (da molti definito come uno dei migliori album pop degli anni 2010), la “forza tranquilla” di Lana Del Rey ha fatto di nuovo centro. Non aspettatevi sorprese però: Lana non si muove in nessuna direzione. “Wе keep changing all the time / The bеst ones lost their minds / So I’m not gonna change / I’ll stay the same”, ovvero “Continuiamo a cambiare per tutto il tempo: i migliori perdono la testa, quindi io non cambierò, anzi, rimarrò la stessa”, canta in Dark But Just A Game.

Ancora una volta, alle sue fila ha arruolato il fidato collaboratore Jack Antonoff, da poco vincitore di un Grammy, che ha prodotto gran parte del nuovo disco (10 canzoni su 11… non male). Tuttavia, se con “Norman Fucking Rockwell!” la sua produzione aveva segnato un elemento di novità, “Chemtrails Over The Contry Club” scorre in modo più tranquillo. Ad un primo ascolto, sembra quasi di trovarsi di fronte all’album più debole della sua carriera, ma è tutta un’illusione: le canzoni sono meno immediate rispetto a quello a cui ci aveva abituati e crescono col passare degli ascolti. Ovviamente, solo pochi pezzi possono fare concorrenza coi vecchi classici della sua discografia. Il primo in questione è “White Dress”, prima traccia dell’album, che racconta di una giovane Lana ancora calata nella sua normalità, ad Orlando, quando era solo una cameriera diciannovenne con un sogno: diventare famosa.

Accompagnata da un’atmosfera eterea tipica delle produzioni di Antonoff, e da un piano quasi sommerso, la voce di Lana arriva a toccare le corde più profonde degli ascoltatori più sensibili, che non potranno fare a meno che apprezzare notevolmente pure le due canzoni successive: sto parlando della title track Chemtrails Over The Contry Club (una delle più orecchiabili e che merita un posto d’onore nella sua discografia) e Tulsa Jesus Freak, dimostrando che, se ben dosato, l’autotune può essere uno strumento vincente per creare la giusta atmosfera.

Let Me Love You Like A Woman, forse, non era proprio adatto come primo singolo: è infatti molto più debole rispetto alle tracce che l’hanno preceduta, ma non per questo da condannare. Il pezzo è destinato a crescere con gli ascolti e può diventare molto piacevole a lungo andare. Seguono Wild At Heart e la già citata Dark But Just A Game, che iniziano a tingere il tutto di sfumature country. “Chemtrails Over The Contry Club” porta in tavola una doppia anima: una parte più “pop” e minimal, simile a quanto fatto con “Norman Fucking Rockwell”, e una parte country/folk. Rispetto al passato, infatti, l’elemento country è preponderante, e queste radici folkeggianti si possono riscontrare man mano che ci si avvicina alla fine, culminando in un duetto con Nikki Lane, giovane cantante country americana, e in una cover di Joni Mitchell, artista di grande influenza per Lana, che ha spesso citato, in passato, in altre sue canzoni.

Forse questi potranno sembrare i punti che meno convincono del disco, ma tra essi si erge la meravigliosa Yosemite, pezzo registrato nel “lontano” 2017 e che era stato scartato perché, per Lana, il testo era “troppo ottimista”: il tema trattato riguarda una felice storia d’amore, che non verrà mai scalfita dal passare del tempo, e che durerà, presumibilmente, in eterno. Forse sì, un po’ troppo per gli standard a cui Lana ci ha abituati con le sue canzoni. Ma rimane comunque una delle piccole perle di questo nuovo disco. Un disco molto chiacchierato, che ha diviso un po’ le acque: chi lo ama e chi non riesce a digerirlo al meglio.

Personalmente, lo considero tutto sommato un buon lavoro, che dimostra ancora una volta la vena artistica di Lana Del Rey, che sa trasmettere con dolcezza e magia storie di vita quotidiana perfettamente confezionate in una cornice di glamour e nostalgia, il tutto con quel tocco retrò che da sempre la caratterizza, e che non guasta mai. E questo processo parte addirittura dalla copertina, che la raffigura insieme a delle amiche attorno ad un tavolo bianco e nero. Un’immagine che trasmette serenità, spensieratezza… e tanta malinconia. E il viaggio inizia proprio da qui. Bentornata, quindi, Lana.

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