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Pat Metheny – Road To The Sun

2021 - Modern Recordings
chamber music / jazz

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Tracklist

1. Four Paths Of Light, Pt. 1
2. Four Paths Of Light, Pt. 2
3. Four Paths Of Light, Pt. 3
4. Four Paths Of Light, Pt. 4
5. Road To The Sun, Pt. 1
6. Road To The Sun, Pt. 2
7. Road To The Sun, Pt. 3
8. Road To The Sun, Pt. 4
9. Road To The Sun, Pt. 5
10. Road To The Sun, Pt. 6
11. Für Alina


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Dopo 66 anni di età, 46 di carriera, venti premi Grammy vinti, ecc., Pat Metheny non aveva alcun bisogno di reinventarsi ancora una volta e alzare l’asticella. Ma si sa, i veri artisti, non si accontentano mai. “Road To The Sun” è un disco di Pat Metheny, così come potrebbe essere un disco di Johan Sebastian Bach. Almeno per 10/11 del disco, Metheny non tocca la chitarra: compare come compositore, produttore, direttore di un disco, essenzialmente, di musica da camera acustica per chitarre.

La prima suite Four Paths Of Light, divisa in quattro movimenti, è affidata alle cure chitarristiche di Jason Vieaux: un affermato chitarrista classico americano 47enne, che Metheny descrive come uno dei suoi chitarristi preferiti per il quale da sempre avrebbe voluto scrivere musica. Il solista esegue il compito con la perfezione che si addice al vincitore (a sua volta) di un Grammy per “Migliore interprete strumentale classico solista”. “Forse il chitarrista classico più preciso e più sentimentale della sua generazione”, è stato descritto Vieaux; definizione che non potrebbe meglio descrivere il suo lavoro sulle musiche di Metheny. D’altronde nel 2005, Vieaux aveva già dedicato al maestro l’album “Images Of Metheny“, omaggiandolo con una serie di reinterpretazioni del suo lavoro.

La seconda suite, che da il titolo al disco, è invece eseguita dai quattro chitarristi del Los Angeles Guitar Quartet. Avendo a disposizione quattro mostri dello strumento, invece che uno, la musica si fa più complessa e piena di sfumature. “Per me questo pezzo rappresenta soprattutto l’idea di cercare la luce nelle cose, particolarmente nella musica, e il viaggio che bisogna fare per arrivarci” – dice il compositore di questo lavoro diviso in sei movimenti, da lui composto su misura sulle caratteristiche dei quattro losangelini. Anche loro vincitori di un Grammy e anche loro, da sempre stimati dal Maestro che da tanto voleva scrivere qualcosa per loro.

L’album si conclude con gli 8:31 minuti di Fur Alina, un pezzo di Arvo Pärt, compositore estone 85enne di musica classica, della corrente del “minimalismo sacro”. Devo confessare che entriamo in territori, fino ad oggi, sconosciuti al recensore che non si darà arie di sapere tutto. Quello che so, è che Metheny esegue questo pezzo con la sua chitarra “Pikasso” a quarantadue corde, una roba che fu fatta appositamente per lui da un mastro liutaio nel 1984 e che vi consiglio di cercarvi su YouTube per farvi un’idea che le parole non possono rendere. Aggiungo solo che Part non ha vinto un Grammy, ma se andate su Wikipedia e consultate la lista dei riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera, vi porrete serie domande sul senso della vostra esistenza in comparazione alla sua.

Insomma, “Road To The Sun” è un club esclusivo nel quale Metheny invita a suonare o comporre solo gente che già appartiene, come lui, al regno degli dei della musica. La buona notizia è che questi dei sono magnanimi e ci fanno accedere ai frutti del loro regno, perché, come dice Metheny, alla fine “la musica e’ un’unica grande cosa”. Nella sua visione, non si capisce “perché i Beatles dovrebbero essere visti come qualcosa di diverso da Bach, o Ornette Coleman, o Miles Davis, o Stravinskij”. Conta solo che “certa musica è chiaramente grande musica”.

Per cui, non lasciatevi intimidire da tanta maestria, premi e riconoscimenti, coinvolti in “Road To The Sun“. Nella grande musica c’è poco da capire o da raccontare. Ascoltate.

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