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Federico Poggipollini – Canzoni Rubate

2021 - Django Dischi
pop rock / alternative rock

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Tracklist

1. Elissa
2. Varietà (feat. Gianni Morandi)
3. Delay
4. Ms.Ette
5. Trappole (feat. Eugenio Finardi)
6. Lockdown
7. Monna Lisa (feat. Cimini)
8. È l’aurora
09. Il Chiodo
10. Bobcat
11. Città in fiamme
12. Rise
13. Vincent Price
14. Hondo
15. Malamore
16. Neifile
17. Impossible Dream


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Lo abbiamo visto militare come chitarrista accanto a grandi nomi della musica italiana come i Litfiba (nei primi anni ’90), Ligabue (dal 1994), in quest’ultima edizione del Festival di Sanremo, dove ha accompagnato con la chitarra Annalisa durante la serata delle cover, ma anche al “DopoFestival” del 2019 con Rocco Papaleo e potremmo continuare ad elencare altre importanti collaborazioni. È un tipo estroverso sul palco, lo si nota subito per l’energia positiva e l’attitudine genuina che sa trasmettere al pubblico durante le sue performance.

Negli anni, passo dopo passo, “Capitan Fede” ha saputo portare avanti diversi progetti solistici, i quali, si sono concretizzati in quattro album. Il quinto, uscito oggi, si presenta come uno dei più curiosi; un disco di cover, “Canzoni rubate” appunto. Il nostro beniamino ha deciso difatti di celebrare il suo amore per la musica stilando una tracklist attenta, speciale, ricercata, di chi ancora oggi non ha perso quella speciale “effervescenza” nella ricerca della rielaborazione di brani altrui. Il tutto con quella passione percepibile e genuina appena sopracitata, una costante imprescindibile nella carriera di questo artista. La scelta è ricaduta quasi sempre sui brani meno noti, i “lati b” di vari artisti come Ivan Graziani, Eugenio Finardi e molti altri che nomineremo in seguito. La produzione è stata affidata per metà a Michael Urbano, ex-batterista di Ligabue nonché produttore del suo precedente album “Nero” (2015). L’altra metà è stata prodotta e seguita personalmente dal cantautore bolognese in momenti diversi, seguendo la linea guida tracciata dal produttore americano.

Federico attinge da tutto e da tutti, addirittura dal suo passato più personale con Città in fiamme, un brano ripescato dal passato dei Tribal Noise, il gruppo dell’underground bolognese con il quale militò alla fine degli anni ’80. Nel disco sono presenti anche degli inediti come Delay e Bobcat il cui titolo di quest’ultima prende ispirazione dall’ omonima chitarra elettrica (una Bobcat Silvertone per l’esattezza) utilizzata dall’artista per la registrazione del brano. Tornando alle cover, la componente principale del progetto, c’imbatteremo anche in una curiosa versione del brano Varietà di Mogol e Mario Lavezzi, forse l’unica canzone più in vista di queste scelte fatte di dettagli e “luci soffuse”. Gianni Morandi, l’interprete della versione originale, ha partecipato con entusiasmo sia al duetto, contenuto nel disco, che al video ufficiale della nuova versione. Vi troveremo un Poggipollini camaleontico e inusuale, un po’ Charlie Chaplin, un po’ John Lennon e molti altri. Le “canzoni rubate” riproposte dall’artista emiliano vengono riproposte utilizzando molteplici soluzioni; troveremo una versione acustica del brano degli Skiantos Il chiodo, una sognante È l’aurora di Ivano Fossati, un grintoso duetto rock con Eugenio Finardi nel brano Trappole e altri numerosi “furti”.

Quello di Poggipollini è un invito personale e sincero a usufruire della musica in modo attento, cercando di scavare a fondo nell’anima degli artisti e delle canzoni, godendoci l’ascolto di un disco nella sua interezza, con quell’immancabile punta di sentimentalità che legano l’ascoltatore, l’arte e l’artista. Riguardo ai possibili progetti futuri ci auguriamo di poter risentire presto “Capitan Fede”, magari con nuovo materiale inedito, vista l’impossibilità per gli artisti di imbastire tour promozionali a causa della pandemia che sta attanagliando terribilmente il mondo della musica dal vivo. L’artista, in una recente intervista su JamTv, ha espresso l’interesse per un possibile progetto di musica strumentale. Attenderemo con curiosità i nuovi spunti che ci saprà fornire un artista in costante crescita come lui.

In chiusura, volendo citare un grande compagno di avventure del nostro beniamino, riportiamo queste parole di grande affetto: “Oltre ad essere il chitarrista che è, Fede ci vuole, perché ci fa stare bene, è un’iniezione quotidiana di buon umore” (Luciano Ligabue).

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