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Real Estate – Half A Human

2021 - Domino
indie rock

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Tracklist

1. Desire Path
2. Half A Human
3. Soon
4. D+
5. In The Garden
6. Ribbon
7. Half A Human - Edit


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Maestri di sensazioni e suggestioni, il 26 marzo tornano con un nuovo EP i Real Estate, band che viaggia dall’indie rock al jangle pop dal 2009.  Solo l’anno scorso si erano fatti sentire con l’apocalittico “The Main Thing“, e quest’anno invece ci presentano “Half A Human” (etichetta Domino) con la formazione Matthew Mondanile, Alex Bleeker, Jackson Pollis e Jonah Mauer

Vale sempre la pena dare un’occhiata ai video delle loro canzoni e quello del brano spoiler Half A Human ci piace. Ci piace per i colori psichedelici, la nostalgia pinkfloydiana e l’anima vintage. Immense strade all’americana e motivi floreali ci hanno anticipato l’atmosfera dell’EP, rassicurandoci che i Real Estate sarebbero stati sempre squisitamente gli stessi. Per chi ancora non li conoscesse hanno creato un bel biglietto da visita con i loro assi migliori, e il testo accompagna la dimensione onirica che si prolunga nella seconda parte del brano: “There’s no open space / Despite the distance / Could be anywhere / I could be anywhere”. È un EP di citazioni, ai predecessori e a loro stessi, e non possiamo fare a meno di inserire Desire Path nel genere di quelle ouverture un po’ anni ’70 dall’atmosfera mistica. La scelta strumentale ha sempre un suo perché e anche in questo caso diventa la migliore dichiarazione di intenti per un lavoro conciso ma intenso.

In Soon la linea musicale è pura, non ci sono distorsioni e i riff di chitarra creano così un armonioso duetto con la voce calda di Matthew Mondanile. Le novità non mancano e D+ racchiude influenze in parte old country in parte ballad, in un connubio delicato dove l’incisione vocale non sembra assolutamente essere una priorità. I Real Estate, infatti, non usano mai toni esagerati e paiono esprimersi in sordina: un marchio di stile, certo, ma che a volte diventa sintomo di eccessiva omogeneità. In the Garden non riesce a distinguersi pur rimanendo piacevole all’ascolto e la sua lunghezza punta a un ascolto rilassato che non pretenda troppe sorprese. Basso, chitarra, batteria e tastiere-organo elettroniche continuano a dialogare per due minuti buoni applicando la logica del “ripeti e varia poco”. 

L’ultimo brano, però, riporta all’esordio dell’EP che ci aveva preso tanto e da subito ci attira con un basso potente intorno al quale gravitano la voce e gli altri strumenti. Ribbon ha un chorus da super hit e frequenze che fanno stare bene; si tratta di una traccia costruita per restare impressa, con una chitarra acustica che tiene il ritmo e una elettrica che nella parte finale ci regala un assolo semplice ma efficacemente limpido. 

Half A Human” è un’esperienza altalenante dai risultati più e meno soddisfacenti, ma assolutamente da riascoltare, riconfermando la band del New Jersey una bella chicca del panorama ipercontemporaneo.

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