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Evanescence – The Bitter Truth

2021 - BMG
rock / alternative metal

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Tracklist

1. Artifact/The Turn
2. Broken Pieces Shine
3. The Game Is Over
4. Yeah Right
5. Feeding The Dark
6. Wasted On You
7. Better Without You
8. Use My Voice
9. Take Cover
10. Far From Heaven
11. Part Of Me
12. Blind Belief


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Dieci anni or sono, la discografia degli Evanescence subiva uno scossone non indifferente, dopo la pubblicazione del modesto album omonimo e dopo la dipartita di Terry Balsamo, fidato compare di Amy, lasciandoci nello scompiglio.

Dopo alcuni cambiamenti nella formazione (tra cui l’arrivo della talentuosa Jen Majura), eccoli tornare sulla cresta dell’onda con “The Bitter Truth“, quinto disco in totale, anticipato già un anno fa da una serie di singoli che avevano suscitato reazioni diverse. Sottotono la performance in Wasted On You, problemi nel missaggio in The Game Is Over… insomma, segnali che non lasciavano proprio ben presagire, compreso il continuo rimando per la pubblicazione. Diciamocelo: le aspettative non erano delle più rosee. E, invece, venerdì è arrivata la svolta. Ad un primo ascolto, ho riscontrato “solamente” tre nei:

– il rapporto tra i singoli estratti e la tracklist definitiva: si tratta infatti di cinque singoli (più Take Cover, che era già stata eseguita in live anni fa) su dodici brani totali, di cui una intro di due minuti… ma, in fondo, meglio puntare sulla qualità che sulla quantità, giusto?

– il missaggio: talvolta, infatti, la parte strumentale è molto più alta della voce, che rischia di essere “oscurata” da chitarre e percussioni. Mi aspettavo di peggio, devo essere sincero: questo problema l’ho riscontrato solo in poche canzoni, perlopiù nei singoli.

Wasted On You. Perdonatemi, ma come primo singolo non era proprio la scelta azzeccata, e di fatto è l’unica canzone «dimenticabile» dell’album. Amy, che ti è saltato in mente?

A parte queste imperfezioni, il disco si lascia ascoltare con gran piacere (e soddisfazione): si parte dall’ipnotica e delicata intro Artifact/The Turn che sfocia direttamente nella martellante Broken Pieces Shine, che riassume il meglio di quanto i singoli ci avevano lasciato presagire, insieme a Feeding The Dark (le quali, ahinoi, non aggiungono niente di nuovo finora). Un plauso va invece a Use My Voice, uno dei pochi lavori politici della band di Little Rock, che col suo coro imponente e radiofonico ammicca alle vecchie sonorità goth mainstream che l’hanno resa famosa e che riesce a conquistare i suoi più fedeli ascoltatori. Gli amanti dell’era “Fallen” ne saranno contenti. Forse. Lodevole anche l’intento di includere numerose partecipazioni, seppur limitate a sole backing vocals.

Ma le vere perle si trovano alla fine. A cominciare dalla ballad del disco. Dopo aver letto della tragica scomparsa del fratello di Amy Lee, ho compreso appieno il significato di Far From Heaven, che non delude sotto nessun aspetto: leggera, ma potente, toccante e ispirata (non come Lost In Paradise che dava una sensazione di forzatura non da poco). Part Of Me ne continua poi la storia, avvicinandosi forse al sound di The Open Door, con momenti più heavy e orecchiabili intervallati dalla voce di Amy, che si lascia andare sul finale, ricordando(mi) la conclusione di Your Star (tratta sempre, guarda caso, da The Open Door). E spetta a Blind Belief chiudere il cerchio, rimanendo sulle note heavy della precedente, ma recuperando il classico pianoforte di Amy, che con le sue note avvincenti ci accompagna verso il finale. Una nota di merito per il bridge, uno dei più potenti e meglio riusciti dell’album.

Ebbene, giunti a questo punto anche i fan più sfegatati avranno constatato la pressoché assenza di elementi di novità: il gruppo ha proseguito sulla strada intrapresa con “Evanescence“, sebbene abbia trovato una coesione inedita che ha portato a dei risultati molto più apprezzabili, sia dal punto di vista compositivo che dal punto di vista umano (la gestazione di “Evanescence” fu infatti molto complessa, cosa che portò al cambiamento di casa discografica pochi anni dopo). La situazione pandemica ha ulteriormente dilatato i tempi d’attesa, e se per molti questi dodici brani non ne sono valsi la pena, per altri sono stati più che soddisfacenti.

The Bitter Truth“, tuttavia, riconferma il fatto che gli Evanescence di “Fallen” non torneranno più, ma che rimangono comunque ancora un gruppo dinamico, capace di sfornare pezzi di qualità e di offrire performance di alto livello. La voce di Amy si è fatta più matura e sicura, e pure gli altri membri della band si confermano degli ottimi performer. Speriamo solo che non ci impieghino altri dieci anni per trovare l’ispirazione e tornare sul palco.

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