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Motorpsycho – Kingdom Of Oblivion

2021 - Rune Grammofon / Stickman Records
stoner rock / psychedelic rock

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Tracklist

1. The Waning Pt. 1 & 2
2. Kingdom Of Oblivion
3. Lady May
4. The United Debase
5. The Watcher
6. Dreamkiller
7. Atet
8. At Empire's End
9. The Hunt
10. After The Fair
11. The Transmutation Of Cosmoctopus Lurker
12. Cormorant


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È già stato scritto che con “Kingdom Of Oblivion” i Motorpsycho hanno virato verso sonorità più heavy ma non è del tutto vero. Le registrazioni sono avvenute in gran parte durante la produzione di “The All Is One” e quello che ho scritto nella recensione di suddetto album vale anche per questo, ovvero che i Motorpsycho sono arrivati a toccare, ad entrare nel livello di “Auctor”, autori e conoscitori di musica al livello dei grandi della storia, non solo contemporanea.

È vero anche che i Motorpsycho ci stanno abituando, se non viziando, ad avere altissime aspettative ad ogni loro uscita, dove ogni volta cerchiamo le melodie celestiali di Sæther che entrano come tempeste perfette nella nostra cultura di musicofili. “Kingdom Of Oblivion” è un altro ponte che collega le glorie passate della loro discografia alternative ad una zona progressive e psichedelica senza tempo facendo affiorare atmosfere celtiche in un magma di arcobaleni elettrici. E viene da chiedersi dove trovino l’ispirazione continua perchè essa non accenna a diminuire di una tacca. La risposta credo di avercela, dato che ogni volta mi pongo questa domanda, ed è sempre la stessa: lo studio, la concentrazione, la consapevolezza, la calma che si legge nei loro occhi.

Personalmente non vedo l’arrestarsi della trilogia precedente e l’inizio di un nuovo capitolo, anche se loro stessi hanno dichiarato di non volersi mai soffermare su sonorità ridondanti o ripetere quello che ci si aspetta da loro, non voler cadere nei clichè della band rodata da trent’anni di esperienza è un gesto di grande onestà intellettuale ed è comprensibile. Ma quello che esce da “Kingdom Of Oblivion” è esattamente quello che ci aspettavamo, il livello di scrittura e di arrangiamenti è superiore a qualunque cosa stia uscendo oggi, purtroppo la loro produzione sta diventando un tantino, diciamo, fitta. Quindi, se devo criticare una cosa è proprio questa: che non ci permettono di assorbire l’album precedente e, quando parlo di “assorbire”, intendo stufarci e passare ad altro per un po’.

Ma facciamo finta che “Kingdom Of Oblivion” arrivi due anni dopo “The All Is One”, nel frattempo siamo passati attraverso uscite post punk, pop folk, americana, indie alternative undergrunge ecc. Ora, mettiamo su “Kingdom Of Oblivion” e cosa accade? Che ci rendiamo conto che ci stavamo ancora una volta dimenticando di dove ci può portare la musica per via di sonorità che al di là del terreno, di sentieri tracciati non ti portano.

Perché i Motorpsycho scrivono musica come non se ne scrive più. E anche se la loro casa discografica è piena di autori che fondono generi diversi tra loro con consapevolezza ed elegante maestria, i nostri norvegesi preferiti rimangono inarrivabili sotto tutti i punti di vista.

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