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The Mars Volta – Landscape Tantrums (Unfinished Original Recordings Of De-Loused In The Comatorium)

2021 - Cloud Hills
progressive rock

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Tracklist

1. Roulette Dares
2. Son Et Lumierè
3. Inertiatic ESP
4. Drunkship Of Lanterns
5. Eriatarka
6. This Apparatus Must Be Unearthed
7. Televators
8. Take The Veil Cerpin Taxt


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Ammettiamolo: basta poco per ingolosirci. Non appena The Mars Volta hanno pubblicato quel teaser sui loro profili social stavamo già tutti cavandoci i pantaloni di dosso. Eravamo pronti, lo eravamo da quando è uscito “Nocturniquet” e di lì a poco il progetto si è fermato, pareva per sempre. Poi gli innumerevoli album a nome Omar Rodriguez-Lopez, gli Antemasque, il ritorno degli At The Drive-In e poi, ancora, voci di corridoio. Spezzate dalla verità: da queste parti di nuovo non c’è proprio nulla.

La Realidad De Los Sueños” non è altro che un boxset mastodontico contenente tutta la discografia dei Mars Volta, al modico prezzo di 479 $, già ampiamente esaurito, ma se lo cercate su Amazon ne trovate un paio a 600 euro. Insomma, basta poco per ingolosirci, sì, io avevo la salivazione a trentamila che si scontrava con la delusione del nulla di fatto per quanto riguardava un album nuovo di pacca e alla realtà, per l’appunto: io 500 dollari da spendere non li avevo. Il mio padrone di casa non avrebbe capito la mia decisione di non pagare l’affitto per potermi permettere l’acquisto di un cofanettone di vinili di un gruppo di gente a lui sconosciuta. Mi pare più tipo da sagra di paese. Buon uomo, non me ne voglia. Sono triste e deluso. Anche se Cedric e Omar hanno deciso di rendere disponibile per chiunque, anche quelli che l’affitto lo vogliono pagare, questo “Landscapes Tantrums”. E cosa cazzo è questo “Landscapes Tantrums”? “De-Loused In The Comatorium”. C’è pure scritto tra parentesi, in pratica.

Saperlo lo sapete, in pratica prima di diventare quel gioiello di perfezione che è il debutto dei Mars Volta, l’album di punta del gruppo/collettivo sarà ben stato grezzo, zozzo, tagliato con l’accetta, magari pure meno bello, chi lo sa? Se prima era un dubbio, ora è una certezza. Sul meno bello però avrei delle riserve e ben grosse. Basta poco per ingolosirci. Mea culpa, tocca anche a me. È ovvio che il risultato finale sia il migliore in assoluto, sarebbe stupido pensare il contrario, ma tra le pieghe di brani che abbiamo imparato a memoria in diciotto anni di ascolti, si trova ancora dell’oro, qualcosa che brillava prima ancora che Rick Rubin ci mettesse le sue mani da Re Mida, e mostrano un lato che ancora fa l’occhiolino al Drive-In che, all’epoca, aveva da poco chiuso i battenti. Non sempre, in alcuni casi.

C’è molta più violenza in “Landscapes Tantrums”, e anche vertigine progressiva, situazioni dirette e sfiancanti, che pare quasi assurdo non siano state sviluppate, ma io non mi sarei voluto trovare nei panni del gruppo in fase compositiva e di scelta. “Che faccio, questa è una bomba, e anche questa, e quest’altra pure, lascio? Butto? Riscrivo?” Da uscirci scemi. Cioè, io, loro hanno scelto benone. Drunkship Of Lanterns in questa veste è sfiancante prog-punk allucinatorio e ha degli ostinati che ti mandano il cervello in tilt; Inertiatic ESP ci mette un attimo a girare, poiché la take definitiva è quella buona sul serio, ma poi entra e ne capisci il senso; il raccordo psicotico della sezione ritmica di Eriatarka è invariato, ma a sentirla così pare che la lezione del punk fosse ancora intatta alla sua nascita e il ritornello si arrampica in affanno magnetico e l’anima latin sboffa fuori in una propaggine dub latitante; l’intro psych di This Apparatus Must Be Unearthed qui è un incubo rumoroso e, sapete cosa vi dico, la strofa ha tutta un’altra stoffa da queste parti, meno di classe e setosa, più ruvida e lanciata, più “stonato” Cedric, più fumoso il risultato, meglio; al miracolo all’ascolto di Take The Veil Cerpin Taxt, che uno non può credere che embrionalmente potesse essere già così demolente, uno tsunami rock/noise progressivo, dal minutaggio eccessivo (in seguito asciugato), come eccessivo è tutto.

Basta davvero poco per ingolosirci. È possibile dire che la roba che sentiamo uscire da questo cassetto segreto sia brutta? Saremmo pazzi, ci contraddiremmo, poiché amiamo il disco che ne derivò. Però…però…non so…non basta. Lo sapevamo già prima di ascoltarlo che ci sarebbe piaciuto e il bello dei Mars Volta era stupore e sorpresa. Quindi, o ci siete o ve ne andate. Per sempre.

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